MetalWeek™ è un marchio di Kairos Management s.r.l. |
|
|
16/10/2023 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
|
|
L’evento LME Week non ha portato il movimento sperato sugli “industriali” e il listino ha perso un punto percentuale, ora la Borsa londinese si deve interrogare sul suo futuro assetto di centralità nella determinazione dei prezzi dei metalli |
|
|
Dal nord Europa giungono notizie di chiusure importanti di numerosi siti produttivi. Il mercato siderurgico dell’Unione Europea riveste un ruolo sempre più marginale su scala globale |
|
|
L’Oro risente in termini positivi delle tensioni internazionali, nonostante il rafforzamento del Dollaro. Il prezzo dell’Argento risulta in forte tensione |
|
|
Il valore USD del Cobalto si appresta a toccare il suo massimo relativo, mentre il Molibdeno in Dollari vede prossimo il suo momento di minimo |
|
|
Una fase di calma per quanto riguarda la determinazione dei prezzi di tutti i rottami, quello che preoccupa i commercianti è il silenzio di acciaierie, fonderie e raffinerie |
|
|
La parità virtuale tra Euro e Dollaro scende sotto la soglia di 1.060, non accadeva dallo scorso marzo ed il cambio effettivo risulta vicino alla linea di 1.050 |
|
|
Il mercato azionario riferito ai titoli minerari si sta muovendo in controtendenza rispetto agli indici dei prezzi dei metalli, quasi due punti di crescita, in rapporto al punto di ribasso dei prezzi effettivi |
|
|
MetalWeek™ ti invita il 19 - 20 - 21 ottobre alla prima edizione di Industrial Convergence |
|
|
Un evento all’insegna dell’innovazione e dell’eccellenza manifatturiera. Un luogo dove condividere esperienze e best practices, creare sinergie, esplorare soluzioni innovative e tracciare insieme il percorso dell’innovazione industriale. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
È gradita la conferma di partecipazione |
|
|
Essere aggiornati sulle principali tendenze di mercato, è una necessità, non una scelta! |
|
|
Clicca qui per la prova gratuita
|
|
|
|
L’evento LME Week si è chiuso, portandosi dietro una serie di riflessioni importanti su diversi aspetti. Il primo ed il più importante riguarda l’impatto che la manifestazione ha avuto in modo diretto sul listino degli “industriali”, con l’indice LMEX chiudere in negativo di circa un punto percentuale su base settimanale. Il secondo riguarda l’attuale inadeguatezza di certi momenti di ritrovo decisamente esclusivi di operatori, che pur facendo parte a pieno titolo della Borsa londinese, appartengono ormai ad un mondo superato, quello che concepiva le commodity come i vettori per realizzare operazioni di puro taglio speculativo. I vertici del London Metal Exchange dovranno fare tesoro di quello che sta ruotando intorno a loro se vorranno ancora mantenere il ruolo di centralità nella determinazione delle quotazioni dei metalli industriali. Il Rame negli ultimi otto giorni ha riposizionato ulteriormente verso il basso la soglia di stabilizzazione del prezzo USD 3mesi, ora collocata sotto gli 8mila Dollari. Un momento decisamente delicato per l’orientamento futuro del metallo, dove non è da escludere un breve piazzamento del prezzo LME a ridosso della linea dei 7900 Dollari e che potrebbe rappresentare un suo nuovo minimo del periodo. La situazione di costante contrazione sarà vissuta anche dallo Zinco, sebbene gli utilizzatori diretti vedranno la discesa del metallo come un buon momento d’intervento per gli acquisti di questa materia prima. La convinzione di base è quella che il prezzo USD dello Zinco non potrà sostare a lungo in questa area di grafico del riferimento LME 3mesi. L’adeguamento dei prezzi delle leghe dovrà tenere conto di un fattore non di secondaria importanza, rappresentato dal cambio tra Euro e Dollaro. La valuta statunitense ha ripreso a pressare quella europea, riposizionando il valore dell’incrocio sotto la linea di 1.060, situazione che non si riproponeva più da inizio mese e che porta ad un considerevole ridimensionamento delle variazioni al ribasso dei valori di Borsa di Rame e Zinco. La quotazione dell’Ottone si trova al momento compressa in una zona di particolare interesse per gli utilizzatori, che al netto della situazione valutaria, costituisce la sommatoria delle fasi di minimo dei due metalli di composizione. La Zama si è riposizionata sui valori di metà settembre sul semplice calcolo del valore LME dello Zinco, ma determinante sarà quello che i produttori di questa lega vorranno trasmettere al mercato, soprattutto in funzione dei loro approvvigionamenti nel momento di ascesa del prezzo di Borsa del metallo di riferimento, avvenuto tra fine settembre ed inizio ottobre. Una fase interlocutoria la vivrà anche l’Alluminio, che se da un lato avrebbe anche le potenzialità di crescita del prezzo, dall’altro risulta appesantito da una non brillante situazione generale di Borsa. Lo spazio di riduzione del riferimento LME 3mesi risulta ancora ampio, anche se tale situazione non potrà durare ad oltranza. Il Nichel si trova finalmente ad un posizionamento significativo di prezzo USD, questo sta a significare che il metallo ha concluso il suo lunghissimo momento di ridimensionamento. Le aspettative sul metallo non potranno essere quelle di una repentina collocazione della quotazione Dollari 3mesi verso valori più alti, ma di certo non ai riscontri delle ultime sedute LME. Il Piombo toccherà il suo minimo relativo, andando a rinfrancare lo sparuto gruppo di speculatori che avevano puntato sulla crescita del metallo all’indomani della riapertura delle attività industriali in Cina dopo le vacanze. Agli utilizzatori di Stagno paiono convincenti le recenti puntate rialziste registrate in Borsa, soprattutto in funzione di una marcata contrazione della domanda relativa all’impiego diretto del metallo. La concentrazione di denaro ribassista sulle posizioni dello Stagno in Borsa non risulta comunque sufficientemente incisiva per determinare una riduzione del prezzo USD 3mesi di significativo interesse. |
|
|
Le voci di continue chiusure di impianti per la produzione di acciaio in Europa occidentale non risultano avere soltanto motivazioni di natura ambientale, ma seguono una logica più pragmatica dettata dall’insostenibilità dei loro costi di gestione e per la significativa contrazione dei tonnellaggi in uso nel Vecchio Continente. La dimensione del mercato europeo dei semilavorati di acciaio risulta agli occhi dei maggiori produttori mondiali come una zona di consumo sempre più marginale e con limitazioni all’ingresso significative, che se da un punto di vista impositivo quelle attuali risultano chiare e quantificabili, come i dazi e le quote di salvaguardia, dall’altra quelle di futura introduzione, come la CBAM, rappresenteranno dispositivi normativi raffazzonati e improvvisati, che avranno come unico effetto l’allontanamento dell’Unione Europea dagli scenari che contano in ambito siderurgico. Il nostro sempre più piccolo mercato necessita comunque di riportare periodicamente la situazione dei prezzi. Nel settore dei “piani” ed in modo specifico sulla piazza italiana, continua l’ormai caratteristica oscillazione di valori con determinazioni di prezzo non dettati da strategie, anche di breve periodo, ma letteralmente “alla giornata”. Gli effetti si vedono dalla variabilità degli indirizzi settimanali, con il laminato a caldo in crescita dell’1% (Benchmark MW 620 Euro/chilogrammo) e quello “a freddo” in riduzione di un punto percentuale (Benchmark MW 720 Euro), senza alcuna variazione risulta invece il “galvanizzato” (Benchmark MW 760 Euro). La pressione dei produttori di coil del nord Europa è ancora marcata sull’HRC, con un’ulteriore riduzione dell’1% su base settimanale, mentre hanno e lasciato invariati i riferimenti su CRC e HDG. I “lunghi” aprono la settimana con il valore della billetta in linea con il dato di mercato precedentemente fissato, mentre i prodotti ottenuti dalle laminazioni presentano riferimenti non omogenei, con il tondino per armature in crescita del 2% e la vergella ed i profili per carpenteria in discesa dell’1% in entrambe le situazioni. I listini dei tubi saldati mantengono fermi i valori definiti la settimana scorsa, anche se produttori e ritrafilatori lamentano che il recente incremento del coil HRC in Italia renderà sempre più difficoltosa la sostenibilità in ambito reddituale. Gli scenari di guerra nella striscia di Gaza ed in Israele hanno determinato un forte ed immediato incremento di richieste sui materiali edili e con essi anche il rebar. I produttori russi di acciaio, che in quella zona possono operare senza particolari limitazioni di embargo, sono subito entrati in azione con prezzi decisamente bassi, pur di acquisire ordini in valuta che non siano Rubli. Le acciaierie turche che considerano quest’area una sorta di mercato domestico si sono viste costrette a mettere mano ai listini FOB per l’export dei principali prodotti “lunghi”, con il tondino per armature in diminuzione di 10 Euro/tonnellata e di 5 per la vergella. Con l’inizio della settimana, si apre anche l’ultimo segmento di fissazione per gli inossidabili in relazione al mese di novembre. Lo scenario sulle stime di variazione non è mutato rispetto agli otto giorni precedenti, questo significa che per gli austenitici si può parlare di un annullamento degli incrementi di prezzo registrati ad ottobre e per ferritici e martensitici riportare ancora un lieve incremento rispetto al mese in corso, tra 1 e 2 centesimi di Euro per chilogrammo. Le notizie continuano ad essere non confortanti in termini di adeguamento del contributo energia, che stando ai valori rilevati al termine della scorsa settimana stimerebbero in crescita il valore di pertinenza su novembre di 3 centesimi di Euro per chilogrammo. |
|
|
Una situazione decisamente anomala quella che sta facendo registrare l’Oro. Gli equilibri in rapporto alla reciproca valorizzazione dei “beni rifugio” sono al momento messi in discussione dall’improvvisa grave crisi internazionale venutasi a creare nell’area del Medio Oriente. Un’instabilità di contesto molto preoccupante e che sta mettendo in evidenza le reazioni emotive, piuttosto di quelle razionali e di calcolo dettate dai fondamentali economici. Il timore di rimanere sopraffatti dagli eventi sta spingendo chi detiene capitali sotto forma di depositi bancari ad una loro conversione verso due fattori orientati alla stabilità di valore, il Dollaro USD e l’Oro. La differenza tra questi due “asset” è una, ma di fondamentale importanza, Il Dollaro è una valuta di facilissimo collocamento in qualsiasi contesto, l’Oro essendo un bene fisico, necessità di uno smobilizzo non sempre agevole nel suo ipotetico frazionamento. L’analisi del percorso evolutivo del prezzo USD/ozt dell’Oro, deve quindi essere scomposto in due fattori, uno di natura tecnica, in rapporto alla struttura insita del suo prezzo e uno di origine più strategica, il cui controllo viene governato dal comparto finanziario-speculativo, totalmente disinteressato dal possesso fisico del metallo. La sintesi è doverosa e purtroppo inclemente, soprattutto per coloro che in questi momenti si stanno focalizzando su acquisti effettivi di Oro, perché lo faranno in un momento di massimo relativo, con la speculazione pronta ad operare in ottica “corta” e quindi a puntare su una veloce azione di ridimensionamento del prezzo Dollari per oncia. La reazione emotiva risulta ancora maggiore per quanto riguarda l’Argento, con la quotazione di Borsa di questo metallo sospinta da fattori di “accaparramento” da parte degli utilizzatori industriali, che per una logica poco razionale stanno portando metallo “fisico” nei loro caveaux. La situazione del prezzo USD/ozt è decisamente fuori controllo, con uno spropositato eccesso di denaro rialzista ormai oltre i limiti della sostenibilità e dove gli speculatori se al momento si mostrano accondiscendenti con chi spinge al rialzo la quotazione, si troveranno altrettanto pronti a “girare” le posizioni, generando così una significativa contrazione del valore di Borsa dell’Argento. Il Platino da sempre in simbiosi con Oro e Argento, sta raccogliendo positivamente gli effetti di questa situazione, decisamente differente ad una decina di giorni fa, quando aveva toccato un importante momento di minimo relativo. L’ambito previsionale risulta legato a filo doppio con l’Oro, anche se occorre evidenziare il totale disinteresse sul Platino da parte del comparto finanziario e quindi totalmente esposto alle variabilità di prezzo tipiche del mercato fisico. La concentrazione sui movimenti di Borsa di Oro e Argento sta generando ridotti ma interessanti movimenti speculativi sul Palladio. L’attuale azione di procacciamento dei margini sta puntando decisamente verso un ulteriore deprezzamento del Palladio, presentando così uno scenario fatto di nuovi minimi relativi. |
|
|
Il Cobalto ha mantenuto costante la sua propensione al rialzo del valore di mercato USD. La correzione settimanale è risultata meno marcata rispetto agli otto giorni precedenti, risultando del 3,3%, un valore comunque e sempre di tutto rispetto. Una fase di crescita decisamente lunga per il Cobalto, che proprio nel corso di questa settimana potrebbe subire un momento di arresto o in caso di ulteriore incremento, rappresentare il parametro di massimo relativo. La fase di costante decremento della quotazione USD del Molibdeno non ha conosciuto sosta, riportando su base settimanale una riduzione pari a 2,6 punti percentuali. All’opposto del Cobalto, per il Molibdeno potrebbe essere molto vicino il momento dell’inversione di tendenza o se non altro ridurre in maniera considerevole le entità dei ribassi periodici. Il Titanio è ritornato nel suo ambito di limitata variabilità del prezzo, mantenendosi comunque stabile in un contesto di valorizzazione alta in rapporto al prezzo in Dollari. Una settimana di significativa importanza sarà questa per quanto riguarda il Nichel, collocato in una fase di prezzo di particolare interesse. Gli spazi per un’ulteriore riduzione del prezzo LME sono ridottissimi, anche se, vista la situazione dei consumi diretti ed indiretti di metallo non è il caso di attendersi variazioni al rialzo dai toni importanti. La stabilità rappresenta anche il momento caratterizzante delle ferroleghe, con le basi Cromo e Tungsteno riproporre i riferimenti in Dollari della settimana scorsa. La situazione generale non è così rosea per quanto riguarda tutte le valorizzazioni dei prezzi in rapporto all’Euro, ritornato a subire la pressione del Dollaro, con aspettative di ulteriori rinforzi da parte della valuta statunitense. |
|
|
Una settimana che si è rivelata decisamente sotto le aspettative per tutti e due i comparti, con i non ferrosi risentire della deludente settimana di Borsa, nonostante l’evento londinese del LME Week e quella degli acciai vivere un momento di incertezza sul futuro della siderurgia in Europa; l’aria, come si dice in questi casi, è pesante. I più ottimisti possono sempre collegare al calendario questo momento di rallentamento, ma risulta evidente che queste considerazioni possono solo avere un contesto di circostanza. La situazione è certamente preoccupante e non si intravvedono spiragli all’orizzonte, con i commercianti, come sempre accade in questi casi, costretti a ritirare rottami senza che questi rappresentino, in eguale misura, i tonnellaggi in uscita verso acciaierie, fonderie e raffinerie. I metalli e le leghe risentono della significativa contrazione delle quotazioni degli “industriali” al LME e con i principali utilizzatori di rottami particolarmente inattivi in questo frangente. Il contesto non può che fare piacere ai commercianti, speranzosi di poter vendere i lotti in giacenza a dei valori più alti, anche se il parcheggio di rottami nei piazzali si fa sempre più oneroso per via della crescita degli interessi bancari. I tempi delle vendite si allungano, mentre le frequenze di variabilità dei prezzi si sono accorciate notevolmente, con il conseguente fattore d’instabilità dei valori delle giacenze, soprattutto in termini di quantificazione delle rimanenze finali al 31 Dicembre. Il Nichel tra tutti i metalli non ferrosi sarà quello che darà segnali di maggiore vitalità, ma pur sempre da un punto di partenza di quotazione base LME eccessivamente depressa. L’incognita consumi aleggia tra coloro che si occupano di rottami ferrosi, con mandatarie e commercianti vedere crescere i volumi delle giacenze senza alcuna indicazione di destinazione. I prezzi settimanali non hanno subito significative variazioni con le classifiche delle demolizioni (E1 ed E3) e del lamierino (E8), riportare movimenti verso il basso per un massimo di 5 Euro/tonnellata. L’indice MetalWeek sui rottami si è mosso di conseguenza, con uno scostamento infinitesimale di tipo ribassista pari a 0.34 Euro ed una proiezione settimanale di ulteriore discesa stimata in un Euro per tonnellata. |
|
|
LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
|
|
SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
|
|
DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
|
|
STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
|
|
BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
|
|
Si ricorda che il servizio è per uso personale. L’Associato non può copiare, distribuire, rivendere, ritrasmettere o altrimenti rendere disponibili a terzi, in alcuna maniera, le informazioni presenti se non all’interno dell’azienda. |
|
|
Segui tutte le nostre novità |
|
|
Copyright © 2023 - Kairos Management s.r.l. · all rights reserved |
|
|
KAIROS MANAGEMENT s.r.l. - 11458880017 - Via Cristoforo Colombo, 33 - Torino - 10129 - TO - Italia - info@metalweek.it - +39011 69 83 332 |
|
|
Clicca qui per annullare la sottoscrizione |
|
|
|