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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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28/11/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Gli utilizzatori si interrogano sulla validità dei prezzi LME, in molti casi generati da dei movimenti ricondotti sulla base di decisioni lontane dalle esigenze del mondo produttivo |
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Le lunghe soste produttive nascondono le apparenti insidie di una carenza diffusa di semilavorati, ma i prezzi, con la sola esclusione dei rebar, continuano a scendere |
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Un listino diviso in due, le quotazioni USD di Oro e Argento verso i massimi relativi, mentre Platino e Palladio tentano di prendere quota dalle zone di minimo |
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I prezzi di Cobalto e Molibdeno seguono gli andamenti delle ultime settimane, molti interrogativi sul futuro del Nichel alla Borsa LME |
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Gli argomenti che tengono maggiormente banco sono quelli che riguardano i prezzi di metalli, leghe e acciai a partire dalla seconda metà di gennaio |
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La fase di debolezza del Dollaro USD permette all’Euro di rimanere sopra la soglia della parità virtuale, sempre in area 1.020 |
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I prezzi dei metalli scendono, mentre in Borsa i titoli dei minerari continuano a salire |
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La Fiera Internazionale della Viteria, Bulloneria e Sistemi di Fissaggio fornisce una vetrina esclusiva per distributori, fornitori, ingegneri e professionisti provenienti da svariati settori industriali e manifatturieri. |
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Vieni a sentire il nostro intervento il 30 novembre alle ore 12 “Acquisti - tendenze prezzi di metalli e acciai, come definire delle previsioni modulate sulle proprie esigenze”, a cura di: • | Luca Pignatelli (Centro Studi Unione Industriali Torino) | • | Marco Barbero (Metalweek, Sportello Commodity Unione Industriali Torino) | Vai al sito >> |
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L’attuale miglior punto di osservazione su quello che sta avvenendo nel mercato dei metalli industriali non necessariamente deve essere collocato in alto, alla stregua di una torre di avvistamento per scrutare l’orizzonte. Le quotazioni che la Borsa LME ci fornisce quotidianamente sono da tempo mutate nella loro struttura in modo significativo, azzardando nel dire, in maniera quasi irreversibile. I fenomeni speculativi non sono più esogeni, ecco la ridotta necessità di scrutare l’orizzonte, ma endogeni e quindi il dover modulare l’attività di osservazione degli eventi di mutazione dei mercati a diretto contatto con il terreno, ovvero l’utilizzo “fisico” delle materie prime. La massa monetaria impiegata su ciascuna voce del listino LME risulta quindi il miglior strumento di valutazione delle dinamiche evolutive dei prezzi, mettendo addirittura in secondo piano i movimenti delle giacenze presso i magazzini autorizzati della Borsa londinese. L’evidenza di un contesto molto circoscritto si è avuta sul finire della scorsa ottava e ha riguardato l’Alluminio. Il metallo è stato oggetto di una massiccia ondata di chiusure su posizioni “long” da parte di utilizzatori diretti, determinando una contrazione su base settimanale della quotazione USD 3mesi del 3%; anche questa attività può essere classificata, a tutti gli effetti, come fenomeno speculativo. La ridotta propensione all’intervento in Borsa, che attualmente genera il volume d’affari del LME, deve essere accuratamente esaminata dagli utilizzatori di metalli e leghe, prima di incappare in spirali di tendenza prezzi prive di un’adeguata struttura di supporto in termini monetari. La quotazione del Rame è l’evidenza di quanto appena affermato, con il metallo che nell’ultima seduta LME della scorsa settimana ha prodotto un’oscillazione complessiva sul riferimento 3mesi di oltre 140 Dollari USD. L’attuale “autoreferenzialità” della quotazione del “metallo rosso” determinerà un sostanziale rilancio rialzista, ma non sarà di lunghissima durata. Lo Zinco è ancora alla ricerca di un contesto di equilibrio tra domanda e offerta, sebbene le tensioni monetarie sul metallo si siano ormai raffreddate e già a partire dai giorni scorsi. Gli effetti di questo sostanziale momento di calma, si tradurranno in una linea di grafico molto stabile. Le leghe di riferimento di Rame e Zinco, Ottone e Zama, si muoveranno in diretta conseguenza delle quotazioni di Borsa dei due metalli e comunque non produrranno variazioni di prezzo di considerevole entità. L’Alluminio, come già accennato in precedenza, ha subito una consistente oscillazione di prezzo, portando il riferimento LME 3mesi a ricollocarsi nella zona di minino relativo su base bi-settimanale. L’attuale indirizzo non sarà certo quello di un recupero immediato e a supporto di questa situazione di mercato, gioca un ruolo rilevante il sostanziale equilibrio tra le componenti domanda e offerta che si è venuto a creare dopo l’importante assestamento ribassista della settimana scorsa. La flessione del prezzo del Nichel ha subito una fase di arresto, l’attuale collocazione del valore di Borsa sta trovando consensi diffusi tra le parti, senza che questo precluda al metallo di affrontare un ulteriore periodo di arretramento del riferimento LME 3mesi. Il Piombo si trova ad un bivio e questa sarà una settimana molto importante per l’individuazione dell’indirizzo di prezzo almeno fino alla fine di questo 2022. La situazione attuale è quella di un clima di poca fiducia sulla tenuta del riferimento LME uscito dalle ultime sedute, ma determinante sarà il clima generale che si respirerà in Borsa nel mese di dicembre. Le ultime settimane sono state piuttosto movimentate per lo Stagno, la fase di storno dal massimo relativo del periodo può definirsi conclusa e nella continua fase di mobilità che sta caratterizzando il prezzo del metallo, non è da sottovalutare il sopraggiungere di un momento di volatilità con connotazione rialzista, che inevitabilmente determinerà un riposizionamento di segno positivo del valore LME 3mesi dello Stagno. |
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Il numero di settimane previste di fermo produttivo delle acciaierie italiane non sarà meno di sei, ma i bene informati azzardano nel dire che il periodo sarà di sette. Un lunghissimo momento di arresto, principalmente dell’attività fusoria, che interesserà quasi due mesi a cavallo di due anni che saranno accomunati, il 2022 per il secondo semestre e per il 2023, l’auspicio che sia contenuto entro il primo quadrimestre, da una domanda di semilavorati estremamente contratta. L’obiettivo risulta palese ed è quello di creare o meglio di forzare il sorgere di uno “stato di bisogno” tra gli utilizzatori, i quali dovrebbero percepire, questo è l’auspicio di acciaierie, rivenditori e centri servizio, una sensibile riduzione delle giacenze disponibili di semilavorati, indistintamente tra “lunghi” e “piani”. I prezzi dei coils che nelle ultime settimane avevano avuto la caratteristica di legarsi in una “stringa” ideale tra Italia e Europa del nord per i laminati a freddo e a caldo, negli ultimi otto giorni il solo HRC mantiene ancora attiva questa situazione. Il laminato a caldo è ora proposto nell’ipotetica area allargata di produzione in un range di prezzo settimanale (tra valori minimi e massimi) di circa 80 Euro/tonnellata e una riduzione di un punto percentuale delle quotazioni rispetto al periodo precedente. Le strade del CRC si sono divise, con il “freddo” italiano risultare più economico rispetto a quello nord-europeo di circa 90 Euro/tonnellata, questo grazie ad una massiccia revisione al ribasso del 3% settimanale messa in atto dai nostri produttori. La forbice tra i galvanizzati dei due bacini produttivi dell’Europa occidentale è cresciuta di ulteriori 10 Euro, portando a 80 per tonnellata il differenziale e questo a favore dei coils HDG domestici. Il comparto italiano dei “lunghi” risulta più movimentato nella definizione dei prezzi, anche grazie ai produttori di rebar che a distanza di due settimane ritentano la via degli aumenti, annullando il punto percentuale di diminuzione che avevano proposto la scorsa ottava. Un adeguamento in netta controtendenza se si considera che la billetta negli ultimi giorni della settimana appena trascorsa è scesa di un ulteriore 1%, portando a 40 Euro/tonnellata la diminuzione complessiva sul mese di novembre, mentre la vergella si è mossa di pari passo con la billetta, copiando il medesimo calo percentuale su base otto giorni. Un discorso a parte meritano i profili per carpenteria e i laminati mercantili, che a fronte di un’invariabilità di facciata dei prezzi di riferimento, molti rivenditori si sono dimostrati aperti al confronto proponendo, su tonnellaggi di discreto interesse, una scontistica compresa tra i 10 ed i 15 Euro/tonnellata. La piazza turca risponde sostanzialmente con dati di prezzo in linea con quelli europei ed in particolare italiani, con il tondino per cemento armato resa FOB in crescita dell’1% settimanale, mentre la vergella in diminuzione dell’uno sulla pari resa di spedizione. Gli acciai inossidabili, alla prima settimana del periodo di fissazione degli extra lega del prossimo gennaio, sono stati condizionati dai differenti andamenti delle materie prime di maggior peso nelle composizioni di ciascuna famiglia di allestimenti. Il Nichel sta spingendo al ribasso le aspettative sui prezzi degli austenitici, con gli AISI 303, 304 e 304L in calo tra i 3 ed i 5 centesimi di Euro per chilogrammo e scendendo oltre i 6 per l’AISI 316. Le ferroleghe, interessate ad una limitata fase di crescita, stanno condizionando i valori stimati su ferritici e martensitici, che risulterebbero in aumento di circa 2 centesimi per chilogrammo. I valori calcolati non prevedono gli aggiustamenti dovuti alle contribuzioni chieste dalle acciaierie per i rincari di energia elettrica e gas. |
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La tanto temuta giornata festiva del 24 Novembre, che sulla piazza USA ha portato la sindrome “dell’ottava Corta” ha sortito un effetto limitato, ma gli spunti di interesse non sono venuti meno. La giornata di venerdì, seppure in un contesto di operatività ridotta, ha portato il listino a dividersi letteralmente in due, da una parte Oro e Argento indirizzati verso un contesto di massimi relativi, mentre Platino e Palladio relegati ai prezzi minimi del periodo. L’Oro, nonostante una settimana di non alto livello, ha comunque mantenuto oltre quota 1750 la linea di quotazione USD/ozt, di significativo interesse considerando che ad inizio mese il livello di 1700 Dollari pareva un traguardo arduo da raggiungere. Il contesto ottimale e quindi auspicabile per l’Oro, è quello di un equilibrio del prezzo, una situazione che aggrada sicuramente coloro che considerano questo metallo una forma effettiva di investimento, alla stregua dei fautori della mera speculazione che lo classificano come un “asset” finanziario per la ricerca di marginalità nel breve periodo. L’Argento presenterà un profilo di curva più vivace, anche se non occorre dimenticare che questo metallo, insieme all’Oro, è più indirizzato verso un’area di grafico di massimo relativo e non orientato verso una progressione rialzista ad ampio spettro. La corsa del Platino sta volgendo al termine o per lo meno non ad una cadenza alla quale ci eravamo abituati negli ultimi tempi. La massa monetaria che sta ruotando intorno a questo metallo si trova in una fase di grande fluidità, pertanto non sono da escludere momenti di ulteriore ribasso della quotazione USD/ozt. Il Palladio sta attraversando una lunghissima fase criptica, così come oscuri sono gli obiettivi di coloro che muovono le sorti di questo metallo, sempre più ai margini di impieghi industriali in larga scala. L’attuale quotazione in Dollari per oncia risulta pareggiare quella di inizio novembre, con l’aggiunta però di un dettaglio non secondario, la liquidità presente in Borsa sul Palladio, in questo momento ai minimi assoluti, rappresenta il terreno ideale per coloro che sceglieranno di operare in ottica rialzista. |
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Lo scenario rimane sempre lo stesso, dove gli equilibri dei valori dei principali elementi di lega non variano nei loro indirizzi. Una sintesi per dire che il Cobalto sta mantenendo la freccia verso il basso e il Molibdeno verso l’alto, con il primo diminuire su base settimanale dell’1.7% nel riferimento in Dollari e il secondo crescere del 2, nello stesso contesto di analisi dati. Una situazione molto controversa per questi due importantissimi metalli per il comparto delle leghe per usi medicali, che alla fine di questo mese ha visto il Cobalto retrocedere nel valore USD del 13% e il Molibdeno salire del 4, nello specifico di questo metallo, un risultato non eclatante ma rassicurante. Il Titanio ha quasi portato a termine la sua escursione “pindarica” del prezzo, ricollocandosi ad una decina di punti percentuali sopra il valore di riferimento in Dollari che presentava il metallo prima dello scoppio delle ostilità tra Russia ed Ucraina ed ora intorno agli 8700 USD per tonnellata. Il capitolo Nichel risulta estremamente articolato, soprattutto in termini di quanto e come l’incidenza del riferimento LME 3mesi a ridosso dei 30mila Dollari abbia costituito un elemento di condizionamento nella determinazione dei prezzi dei semilavorati che presentano questo metallo in significativa quantità in lega. I dati attuali di Borsa lasciano intuire che la corsa rialzista del Nichel possa essere considerata in via di conclusione, deludendo così i molti assertori della tesi a sostegno di una sua nuova cavalcata verso valori USD elevatissimi. Una settimana che può essere considerata in termini positivi per le Ferroleghe, complice anche una situazione di relativa tranquillità per quanto riguarda le vicende di natura valutaria, con l’Euro in una situazione di momentaneo vantaggio rispetto al Dollaro. La base Cromo ha fatto registrare un incremento settimanale del suo riferimento USD per libbra di quasi due punti percentuali, mentre quella di Tungsteno ha riportato una crescita della metà di punto, sempre su base otto giorni e nel valore di mercato indicato in Dollari per chilogrammo. |
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Un mercato ritornato relativamente tranquillo, anche alla luce di quotazioni LME che hanno ripreso ad oscillare entro parametri di relativa accettabilità. L’imminenza del lungo periodo di stop dovuto alle vacanze di Natale non aiuta certo a rendere il contesto dei “non ferrosi” vivace, con fonderie e raffinerie che non intendono spingere sugli acquisti di materie prime da fusione, se poi i semilavorati prodotti hanno dei piani di consegna in ottica Gennaio 2023. Gli aspetti fiscali delle giacenze di magazzino non sono certo temi da trascurare ed una fase di relativa contrazione dei prezzi di Borsa dei metalli, rappresentano a mercato poco mosso, un aspetto non secondario per le poste dei bilanci di fine esercizio. La disponibilità di rottami di metalli e leghe risulta relativamente bassa, anche in ragione di una sempre più ridotta attività produttiva da parte degli utilizzatori di semilavorati, che stanno archiviando un secondo semestre dell’anno decisamente sottotono. Le migliori aspettative per i commercianti sarebbero quelle di vedere i prezzi dei metalli in crescita nel corso del primo trimestre 2023 e andando a collocarsi oltre la media dei prezzi di Borsa di questi travagliati ultimi sei mesi. Il comparto dei ferrosi sta attendendo a giorni quelle che saranno le disposizioni di chiusura delle acciaierie per la sosta natalizia, che secondo indiscrezioni, interesseranno molte settimane di calendario oltre alle due canoniche collocate tra dicembre e gennaio. La ridotta disponibilità di lotti, come nel caso di metalli e leghe, assumerà un peso non indifferente nella determinazione dei prezzi di riferimento delle classifiche. L’indice settimanale MetalWeek sui rottami si è mosso al rialzo, ma sotto l’Euro per tonnellata e determinato da indirizzi in marcata controtendenza. La classifica E3 delle demolizioni leggere è risultata in crescita tra i 5 ed i 10 Euro/tonnellata, mentre il lamierino E8 è passato da stabile a meno 5 Euro, soprattutto nel caso di partite poco idonee in sede di accettazione presso le acciaierie. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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