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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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05/09/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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- MOLTA IMPROVVISAZIONE - |
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Il crollo settimanale del prezzo del Rame ha aperto molti dubbi su quello che in futuro potrà essere il ruolo della Borsa LME tra gli utilizzatori di metalli e leghe |
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L’unico dato certo è l’individuazione di una forchetta nel valore del caro-energia da applicare ai nuovi prezzi dei semilavorati |
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Il listino è in una fase di profondi cambiamenti, l’incertezza generale del momento sul piano economico, potrebbe dare nuovo slancio al concetto di “bene rifugio” per i preziosi |
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I prezzi di Cobalto e Molibdeno ritornano a salire ed anche il Nichel pare intenzionato a seguire questa strada, il tutto in un contesto di Dollaro forte rispetto all’Euro |
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La discesa dei prezzi dei metalli LME riporta il mercato in una fase di blocco, con gli utilizzatori stretti tra i costi dell’energia e una domanda che non decolla. I valori dei ferrosi scendono in mancanza di notizie dalle acciaierie |
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È sempre più super Dollaro, ma l’Euro resiste attorno alla parità. Una lotta impari se la BCE continuerà a restare alla finestra |
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La conferma della politica restrittiva sui tassi da parte della FED allontana la speculazione dal settore dei metalli, l’indice LMEX ha perso il 20% dall’inizio dell’anno |
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Oggi come non mai, poter disporre di una serie di informazioni sugli andamenti previsionali dei metalli, risulta fondamentale, visto l’elevato livello di instabilità dei mercati. |
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La Borsa LME sta subendo il suo “cambiamento climatico” e come il Pianeta Terra, oltre a gestire le mutazioni in corso, dovrà considerare importanti modifiche di sistema, pena la sua irreversibile riduzione di centralità all’interno del panorama mondiale dei metalli “industriali”. Una considerazione senza dubbio forte e che troverà non tutti d’accordo, ma gli eventi della settimana appena conclusa mettono in evidenza una realtà dei fatti e quindi uno scenario in cui si sta collocando la Borsa londinese dei metalli decisamente mutato rispetto anche solo a qualche mese fa. La riduzione dell’indice LMEX di quasi un quinto su base primo Gennaio 2022, è un elemento di non secondaria importanza, questo sta a significare che il 20% del valore insito degli “industriali” è andato letteralmente in fumo, ma visto che in qualsiasi Borsa del mondo “il denaro non si genera al suo interno, ma si sposta”, per il comparto speculativo-finanziario la variazione negativa ha costituito la sua lauta remunerazione, prima di abbandonare in modo massiccio le rive del Tamigi. È opportunamente significativo dare evidenza di ciò che negli ultimi dieci giorni è accaduto al Rame. Il metallo è passato da circa 8300 USD 3mesi (un attimo prima dell’intervento di Powell al summit di Jackson Hole) a 7550 Dollari al termine della seduta di venerdì scorso, accumulando una perdita di 750 USD per tonnellata, che rappresenta, sotto l’aspetto del valore unitario, una quantificazione numerica decisamente più alta rispetto a quella che oggi occorre destinare come margine (634 Dollari/tonnellata), per operare alla Borsa LME su un lotto di Rame da 25 MT. Alla luce di questi fatti chi utilizza metalli deve comunque continuare a confrontarsi con quotazioni certe, stabili e formalmente regolamentate, un buon momento quindi per testare nuovi approcci procedurali a ridotto rischio e con modalità operative più semplici ed economiche. Come detto in precedenza, il Rame ha vissuto un’ottava non facile, trovandosi ora ad un punto di minimo, la cui evoluzione rialzista potrebbe non risultare, almeno in questo frangente, così scontata. Il prezzo della lega di ottone in barra, nella settimana scorsa, ha subito una serie di diminuzioni che hanno collocato il riferimento ufficiale 430 Euro/tonnellata più basso rispetto alla quotazione indicata nell’immediato dopo ferie. Un valore questo che, alla luce degli ultimi ribassi di Rame e Zinco, non esprime a pieno l’effettivo adeguamento della lega in oggetto, collocabile verso ulteriori 100 Euro/tonnellata di calo. Lo Zinco, come appena accennato, ha subito anch’esso una sensibile riduzione su base settimanale, con il prezzo USD 3mesi che in un contesto di normalità avrebbe avuto le connotazioni di un minimo relativo, ma la scarsa domanda da parte degli utilizzatori porterà questo metallo verso ulteriori ribassi. L’attuale momento dello Zinco sta condizionando anche quello della lega Zama, che negli ultimi otto giorni ha registrato una diminuzione media tendenziale di circa 200 Euro/tonnellata, questa al netto di eventuali adeguamenti dovuti al caro-energia. L’Alluminio vede ancora lontano il momento di un potenziale collocamento del riferimento USD 3mesi nella zona di proiezione rialzista, pertanto il prezzo sarà destinato ancora a scendere nei prossimi giorni. Una situazione di relativa regolarità negli scambi è invece quella che sta riguardando il Nichel, dove è possibile ipotizzare l’avvio di una fase di correzione al rialzo del suo riferimento USD di Borsa. Il Piombo si trova in un momento di difficoltà, con il prezzo sempre più compresso verso il basso a dimostrazione che domanda ed offerta non hanno ancora trovato il punto ottimale d’incontro. Un contesto analogo per lo Stagno, con gli utilizzatori confidenti di trovarsi nel pieno di un’importante azione di correzione ribassista del prezzo LME, il cui epilogo risulta ancora lontano. In ultimo una considerazione di carattere generale, l’origine di questo importante insieme di ribassi che sta interessando gli “industriali”, oltre al fattore legato ad un livello della domanda insoddisfacente, ha come movente principale la Federal Reserve, verso la quale si attende maggiore chiarezza sulle mosse di politica monetaria che vorrà adottare nelle prossime settimane. |
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Un solo dato, ma certo, è quello delle maggiorazioni che verranno imputate ai prezzi di “piani” e “lunghi” per gli aumenti di gas e energia elettrica. Il sovraccosto ipotizzato dalle acciaierie italiane si attesterà tra i 200 ed i 300 Euro per tonnellata, sapendo che questa misura di ripianamento per il maggior esborso per il pagamento delle bollette non avrà la caratteristica dell’unicità e molte ne seguiranno, purtroppo, ancora. L’ambiguità di questa misura è comunque quella della sua applicabilità, in quanto le acciaierie non si sono ancora pronunciate in modo chiaro se continueranno a tenere aperti i battenti dei loro stabilimenti o se faranno ricorso alla cassa integrazione a seguito delle sospensioni produttive. I prezzi dei “piani” in Italia, al netto delle misure di ripianamento dei maggiori costi energetici, sono risultati in calo, anche per effetto di una forte contrazione della domanda dei comparti “automotive” e “bianco” che avevano determinato due anni fa l’avvio dell’escalation dei prezzi dei coils. Il laminato a caldo ha riportato una diminuzione su base settimanale del 5%, così come quello a freddo, mentre il galvanizzato a caldo ha subito un ritocco negativo di un solo punto percentuale, con l’anomalia del prezzo di quest’ultimo che al momento risulta più basso del CRC di circa 20 Euro/tonnellata. La risposta del nord-Europa, sempre al netto degli aggiustamenti dovuti al caro-energia, è stata la seguente: HRC e CRC più 1% e HDG in calo del 2%, tutto sempre su base settimanale. Non risulta molto chiaro l’approccio sui “lunghi” o per meglio dire, se le acciaierie del comparto abbiano già inserito all’interno dei loro prezzi settimanali l’incremento della componente energetica; sta di fatto che tutti i valori sono risultati in crescita. La billetta Italia guida la mappa dei rincari con più 11% in soli otto giorni, l’effetto ha avuto ripercussioni a cascata sul rebar, più 4%, la barra per usi di carpenteria, più 1% e la vergella, che ha messo a segno un più 8%, sempre rispetto alla settimana precedente. Una situazione di prezzi in crescita che è stata rilevata anche sul mercato turco, che se per il tondino CA resa FOB l’incremento del periodo è risultato pari a quello italiano, per il semilavorato in rotoli la crescita è stata del 5%, sempre con spedizione FOB. Le variazioni degli extra lega per il mese di settembre, riferite agli inossidabili, presentano aumenti in un intervallo compreso tra 0.13 e 015 Euro/chilogrammo per martensitici e ferritici; invece risulta più articolata la situazione per gli austenitici, con incrementi fissati a 0.14 Euro per gli allestimenti AISI 303 / 304L, mentre l’AISI 316 ha riportato una riduzione di 0.01 Euro, anche queste variazioni sono riferite per chilogrammo. |
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Un mercato decisamente difficile da decifrare, sebbene le prospettive generalizzate di crescita risultino alte. L’incertezza congiunturale fa riaffiorare in molti soggetti la necessità di salvaguardare i propri capitali non tanto nella diversificazione degli investimenti, ma nella protezione degli stessi a favore di “asset” tangibili, come i metalli preziosi, con l’Oro che giocherà un ruolo da protagonista. La metafora del raggio di sole tra nuvole minacciose si sposa bene per raccontare quello che a breve potranno rappresentare i metalli preziosi. L’analisi tecnica dei prezzi riporta una serie di dati positivi nell’evoluzione di breve periodo, in considerazione del fatto che tutti e quattro i metalli, indistintamente, sono prossimi a toccare i loro minimi nei riferimenti espressi in Dollari per oncia. L’Oro, sebbene abbia già raggiunto suo momento di ribasso massimo la settimana scorsa, sarà caratterizzato nelle prossime sedute da un eccesso di denaro con finalità “short”, anche se viene confermato lo scenario di propensione al rialzo nel breve periodo. Una situazione che può essere comparata a quella dell’Argento, nonostante il limite di questo metallo sia rappresentato dal suo significativo impiego in campo industriale, tale da determinare dei possibili fenomeni di momentanea discontinuità nella linea di crescita del prezzo USD/ozt. Il Platino, in termini generali, potrebbe essere la vera sorpresa delle prossime settimane, determinante il posizionamento del suo attuale prezzo in Dollari per oncia, ritornato al livello dello scorso mese di luglio e analogo a quello del Settembre 2020. La somma di tutte queste potenziali aspettative di crescita dei prezzi influirà positivamente anche sul Palladio, il quale sembra approdato all’epilogo della parentesi ribassista, anche se la coda dell’esasperata azione speculativa orientata verso il basso del prezzo USD/ozt potrebbe spingere momentaneamente sotto quota 2mila il suo riferimento di Borsa. |
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I prezzi di Cobalto e Molibdeno riprendono a salire, ma se mentre il primo ripota una correzione del prezzo in termini minimi, sotto il punto percentuale nel riferimento USD ufficiale, il secondo cresce con decisione, più 11%. Il motivo della risalita del prezzo USD del Molibdeno non trova fondamenti certi e soprattutto in una situazione di mercato tutt’altro che entusiasmante. Le ragioni della crescita importante del Molibdeno risiedono principalmente sulla scarsità delle giacenze fisiche di questo metallo presso i magazzini di commercianti e rivenditori, i quali vedono un’operazione ad alto rischio il riassortimento delle scorte in uscita, principalmente per due ragioni: una di natura valutaria, dovuta al continuo rafforzamento del Dollaro ed una dettata dalla contingenza del momento sulla poca chiarezza da parte di acciaierie e fonderie sui programmi di riavvio degli impianti fusori. La motivazione del ridotto aumento del prezzo del Cobalto trova il suo fondamento sulla scarsa vitalità del mercato cinese, con il Paese alle prese con una nuova azione di contrasto alla diffusione del covid. L’incertezza sul futuro della domanda di materie prime si è fatta sentire anche sul Titanio, il cui prezzo è tornato finalmente a muoversi, con un ribasso del riferimento in Dollari dell’1.5%. Le aspettative sul Nichel sono relativamente alte, in considerazione del fatto che a breve in Borsa il metallo potrebbe trovare un abbrivio del prezzo LME riferito alla quotazione 3mesi. Il prezzo del ferro-Cromo continua a non dare cenni di variazione, a dimostrazione di uno scarso interesse all’acquisto da parte del comparto siderurgico, consapevole di poter disporre, al bisogno, di ingenti quantità “a terra” presso i magazzini dei rivenditori. Una situazione differente rispetto a quella che sta avvenendo per la base Tungsteno, ritornata a crescere la scorsa settimana, anche se in una frazione di punto (0.6%) nel dato Dollari per chilogrammo, il tutto in ragione di ridottissime disponibilità dal pronto. |
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Non è certo un bel momento per il comparto dei rottami, ferrosi e non. La flessione, tuttora in corso, dei principali metalli industriali al LME, non aiuta certo i commercianti ad avere un quadro d’insieme che possa propendere a loro favore. Il detto “se Atene piange, Sparta non ride” calza alla perfezione per dare una chiara idea in cui versa attualmente il comparto dei non ferrosi. Le fonderie e le raffinerie stentano a trovare adeguati ordini per motivare il riavvio dei propri impianti fusori, una situazione che, tutto sommato, vista l’impennata dei costi di gas e energia elettrica trova un adeguato fondamento logico. La conseguenza è quella di una quasi totale assenza sul mercato dei rottami di metalli e leghe, con i commercianti che vedono erodere le potenziali marginalità di extra guadagno che l’impennata dei prezzi tra luglio e agosto (LMEX +1.5%), li aveva illusi nel poter affrontare un mese di settembre dai toni decisamente più positivi. La pesante contrazione dei prezzi dei principali “industriali” al LME, il Rame in soli otto giorni ha perso il 7% e l’Alluminio quasi l’8%, peserà nella determinazione del valore dei rottami, sia in uscita dai “piazzali”, ma soprattutto in ingresso, con gli utilizzatori che vedranno pesantemente deprezzati gli sfridi di metalli e leghe, con qualche speranza di tenuta di prezzo per i soli rottami in cui ci sia in lega una cospicua presenza di Nichel, acciai austenitici su tutti. Il comparto dei “ferrosi” sta brancolando nel buio, con le acciaierie che non stanno fornendo informazioni certe sulle riaperture dei siti di stoccaggio dei rottami. La scorsa settimana è stato uno stillicidio di comunicazioni di prezzi al ribasso, prima con le demolizioni E1 e E3, da 20 a 25 Euro/tonnellata di calo ed in ultimo con il lamierino E8, la cui quotazione è stata ridotta di 15 Euro, importante considerare che questa classifica è al momento la più richiesta, visto l’elevato grado di resa fusoria e quindi apportare un notevole vantaggio sotto l’aspetto dell’efficientamento energetico; tutto all’opposto delle torniture, penalizzanti sotto questi due aspetti, la cui quotazione è risultata in calo fino a 40 Euro per tonnellata per i lotti più scadenti. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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I prezzi del gas e dell'energia elettrica sono alle stelle, il conseguente rincaro esponenziale delle bollette incide sempre più sulla gestione ordinaria delle imprese |
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