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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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13/06/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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Le azioni legali contro la Borsa LME sulla gestione del “delisting” del Nichel, aprono un importante confronto sul mantenimento del ruolo di centralità dell’istituzione londinese |
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La contrazione dei prezzi, continua per tutti i semilavorati, riflesso di uno scenario economico mondiale privo di prospettive di crescita |
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L’adozione di politiche monetarie restrittive da parte delle Banche Centrali ha conseguenze negative sui valori dei metalli preziosi |
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La fase di regressione delle quotazioni di Cobalto e Molibdeno ha effetti anche sulle ferroleghe |
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I commercianti hanno fatto capire ad acciaierie e mandatarie che non sono più disposti ad accettare prezzi in ulteriore calo. Il deprezzamento dell’Euro peserà sulle quotazioni dei non ferrosi |
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Il rafforzamento del Dollaro USD è la scelta che gli Stati Uniti stanno adottando per risolvere il problema legato all’inflazione, il tutto penalizzando fortemente l’Eurozona |
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Gli indici in ribasso mettono in evidenza una fase congiunturale piena di incognite |
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Giovedì 16 giugno 2022 ore 10:30 |
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Il denaro ricomincerà a costare anche in Europa, dopo ben undici anni la BCE abbandonerà la politica “accomodante” dei tassi, con decorrenza luglio. Alla notizia che anche da questa parte dell’Oceano Atlantico si agirà sulla leva monetaria per contenere un’inflazione ormai fuori controllo ha avuto pesanti ripercussioni di carattere finanziario, con le Borse, LME compreso, in sensibile arretramento. Il dato che sta comunque preoccupando maggiormente a livello mondiale è quello riferito all’inflazione negli USA, il più alto negli ultimi quarant’anni, ma la cosa che fa più riflettere è lo scenario in cui si colloca l’attuale aumento dei prezzi negli Stati Uniti, inserito in una contrazione del peso della sua economia a livello globale, se negli anni 80 contribuiva alla formazione del 30% del PIL mondiale, ora è in grado contare solo per il dieci. La cura “subdola” degli USA al fenomeno inflattivo è quella di contenere al massimo i costi di acquisto delle materie prime attraverso una forte rivalutazione del Dollaro, ma così facendo tutti gli altri sistemi economici, che devono pagare con la Divisa americana i propri approvvigionamenti, petrolio e generi alimentari in primo luogo, si trovano e si troveranno, sempre più penalizzati. La dimostrazione dei fatti è ben rappresentata da quello che è avvenuto la settimana scorsa al LME, con l’indice di riferimento LMEX sceso in otto giorni dell’1.29%, calcolato sulla base dei prezzi in Dollari, ma occorre considerare che nello stesso periodo il “biglietto verde” si è rivalutato, rispetto all’Euro, dell’1.39% circa. Le analisi sulle tendenze dei prezzi degli “industriali”, nella struttura dei riferimenti USD 3mesi, si faranno, per noi europei dell’Euro-zona, molto più articolate e quindi complesse. Non può passare inosservata oltretutto la vicenda che vede coinvolta direttamente la Borsa LME sulla questione del Nichel, dove ben due fondi d’investimento stanno chiedendo risarcimenti milionari al London Metal Exchange, a riguardo della modalità che ha portato al “delisting” di questo metallo lo scorso marzo, che sulla base delle istanze legali presentate, presumono un forte danneggiamento da quell’evento. L’ottava LME ha vissuto l’inevitabile fase di assestamento dei prezzi USD dopo la lunga pausa di inizio giugno. Il Rame ha dimostrato una buona vitalità di fondo, nonostante molti utilizzatori fossero ben consci che la collocazione della quotazione del “metallo rosso” non fosse la più appropriata. È comunque da considerare che anche l’attuale riferimento del Rame USD 3mesi non è adeguato, pertanto sarà imminente un limitato posizionamento rialzista. Il prezzo dell’Alluminio è stato fortemente condizionato dagli eventi legati a monete e tassi, con il riferimento USD 3mesi risultato in contrazione del 3.4% su base settimanale, sicuramente un livello di quotazione da considerare come una “finestra” di interesse rilevante in seno ad una buona opportunità d’acquisto. Un discorso analogo può essere fatto per lo Zinco, coinvolto nell’arretramento generale di tutto il listino, ma il cui prezzo attuale non è collocato nel contesto più consono. La situazione del Nichel, al netto delle questioni legali di cui si è parlato in precedenza, subirà per alcune sedute una certa “inerzia” ribassista, considerando che l’attuale quotazione risulta inadeguata, verso il basso, rispetto a quello che il metallo ha fatto vedere negli ultimi tempi. Il Piombo continuerà a fornire riscontri di sostanziale equilibrio, con le parti rappresentative di domanda e offerta concordi sull’attuale livello della quotazione LME USD 3mesi. Non sarà invece una settimana ordinaria per lo Stagno, essendo giunto per molti utilizzatori di questo metallo il momento di fare scelte importanti in ottica approvvigionamenti futuri, visto che solo per alcune settimane il denaro sarà ancora a prezzi di estrema convenienza. |
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La difficile fase applicativa delle sanzioni alla Russia da parte dell’Unione Europea, ancora oggi Bruxelles non ha dato evidenti argomentazioni per cui il Nichel sia rimasto fuori da qualsiasi azione sanzionatoria, viene usata dal Cremlino come efficace strumento propagandistico. I dati che questa settimana il Ministero dell’Industria russo ha diffuso sui volumi prodotti di acciaio dal comparto siderurgico del Paese, mettono in evidenza, sempre sulla base dei dati governativi, che la forza produttiva risulta ben lungi dall’essere al collasso. La Cina e l’Asia sono i mercati di sbocco principali e dati alla mano, proprio da questa parte di mondo stanno giungendo i segnali più confortanti per le acciaierie russe, che dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, hanno visto triplicare i volumi esportati verso i Paesi asiatici, posizionando così una buona parte della quota prodotto che non può più essere venduta dalle parti dell’Unione Europea. È vero, con le semplici congetture non si fa la storia, ma è altrettanto vero che senza lo scoppio del conflitto nel cuore dell’Europa, molte dinamiche sarebbero state differenti. La fase di stop alle importazioni russe ha messo però in evidenza un fattore fortemente destabilizzante per il comparto siderurgico dell’Europa occidentale e soprattutto per quanto riguarda quello italiano, che solo ora, in mancanza dei volumi provenienti da Russia e Bielorussia e per limiti sopravvenuti dall’Ucraina, ci stiamo rendendo conto della innumerevole serie di errori compiuti da parte di un complesso sistema di intrecci politici/industriali che in quarant’anni ha reso insignificante, a livello mondiale, il peso dell’industria siderurgica targata Unione Europea. Il mercato continentale sta soffrendo di una fortissima contrazione dei consumi di semilavorati di acciaio, un dato che si evince soprattutto dalle “verticalità negative” dei prezzi, in modo particolare dei “piani”. La soglia dei mille Euro per tonnellata è ormai stata infranta da due dei tre allestimenti di riferimento per quanto riguarda i coils, con i prezzi di CRC ed HRC viaggiare ormai sotto tale linea per i riferimenti di base. L’unico allestimento che si sta mantenendo al di sopra di questo livello è l’HDG, anche se viste le evoluzioni in negativo del “freddo” e del “caldo”, vedere per i “galvanizzati” la base prezzo a tre cifre potrebbe essere solo più una questione di giorni. Nell’incertezza generale, da un po’di tempo il comparto dei “lunghi” è in grado di accrescere la dose di instabilità, dovuta principalmente alla marcata variabilità del prezzo della billetta, che sul mercato nazionale alterna settimane con il segno di variazione più, a quelle con il meno. Negli ultimi otto giorni il semilavorato di base per la laminazione ha ripreso a salire, in media di 30 Euro/tonnellata, una variazione subito “copiata”, in toto, da parte dei produttori di profili per carpenteria. Una situazione che invece non è stata raccolta dalle acciaierie che producono rebar, seguendo ancora negli scorsi otto giorni la prosecuzione del trend ribassista del prezzo Italia del tondino per armature, facendo così registrare una riduzione ulteriore di 10 Euro/tonnellata, resa EW. La preoccupazione sul calo dei consumi sta interessando anche il settore europeo della vergella, i cui produttori si sono visti costretti a derubricare ad altra data l’adeguamento per il maggior costo della materia prima impiegata per la laminazione. La piazza turca risente di una scarsa difesa della propria valuta da parte di Governo e Banca Centrale, ormai praticamente una cosa sola, costringendo le acciaierie locali a mettere mano ad una serie generalizzata di ribassi dei prezzi, con rebar e vergella (resa FOB) scesi rispettivamente di 40 e 30 Euro per tonnellata. |
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I metalli preziosi, per loro vocazione e soprattutto per bacino d’utenza, non possono esimersi dal confronto con altre forme d’investimento di natura monetaria. La forte rivalutazione del Dollaro USD, in atto dalla seconda metà dello scorso settembre ha fatto fortemente leva sull’impressionante crescita del rendimento del Treasury Bond decennale, passato nello stesso periodo dall’1.45%, su base annua, al 3.16 di Venerdì 10 Giugno. Gli investitori ed i fondi in primo luogo, non hanno di certo perso l’occasione per veicolare le proprie raccolte di denaro su “asset” decisamente sicuri ed a salvaguardia degli inevitabili scompensi dovuti alla variabilità dei prezzi di qualsiasi commodity, Oro in primo luogo. La politica restrittiva che la Federal Reserve continuerà ad adottare nei prossimi mesi, se non anni, determinerà un ulteriore inevitabile incremento dei rendimenti dei Buoni del Tesoro statunitensi, a scapito dei prezzi dei metalli preziosi, legati a maggiori elementi di incertezza. L’ottava, alla luce di quanto appena descritto, non è stata quindi costellata da significativi elementi di portata positiva, con il solo Argento essersi chiamato fuori, in modo sostanzialmente egregio. Il momento di buon bilanciamento tra domanda e offerta sarà ancora uno dei punti di forza per la determinazione futura del prezzo USD/ozt dell’Argento e così anche per la tenuta del livello attuale di quotazione per le prossime settimane. Una serie di riserve va invece espressa per l’Oro, che come detto precedentemente, si troverà a fronteggiare la concorrenza dei prodotti finanziari legati in modo diretto al Dollaro. Il maggiore limite che si può imputare all’Oro è quello di una scarsa variabilità del suo valore di Borsa negli ultimi tempi, caratteristica che si potrà trovare anche nei prossimi giorni. La struttura estremamente “sottile” del prezzo del Platino ha avuto come effetto l’eccessiva variabilità del riferimento settimanale del valore USD/ozt, subendo una contrazione di quasi il 7%. Una fase di correzione rialzista non risulta auspicata, ma obbligata, pena vedere il Platino toccare valori mai più visti negli ultimi anni. Il Palladio è stato messo tra le priorità degli investitori finanziari che operano nel comparto dei metalli preziosi, i quali giudicano l’attuale quotazione USD/ozt interessante per aperture, anche di un certo rilievo, con finalità rialziste di breve periodo. |
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La situazione d’indirizzo non sta mutando per il comparto, con i principali metalli di riferimento riportare ulteriori correzioni al ribasso che, a differenza di qualche tempo fa, toccano ora dei livelli di significativa importanza nei riferimenti espressi in Dollari USD. Il Molibdeno ha subito un ribasso del 3% sul proprio riferimento settimanale, ma il riscontro peggiore giunge dal Cobalto con una regressione su base ottava del valore di mercato di oltre il 6%. La difficile situazione del contenimento della diffusione del Covid 19 in Cina non sta aiutando l’azione di contrasto nella diminuzione di alcuni prezzi dei semilavorati di Cobalto, i valori settimanali riportano dei cali che vanno dall’8.2% per la polvere all’1.2% per il solfato; da rilevare invece il progresso, pari al punto percentuale, per il raffinato, sempre nell’arco degli ultimi otto giorni. Il Titanio viene ancora questa volta citato per completezza di menzione, senza che questa materia prima abbia avuto negli ultimi tempi modo di adeguarsi verso un indirizzo di prezzo al ribasso. Le recenti voci che stanno girando intorno al Nichel non avranno un diretto coinvolgimento con il valore effettivo del metallo alla Borsa LME. La “sforbiciata” generalizzata dei prezzi USD 3mesi nel corso dell’ultima seduta settimanale del 10 Giugno non ha risparmiato neppure il Nichel, il quale nei prossimi giorni proseguirà nel suo momento ribassista, seppure in modo non rilevante. Un momento di pausa lo sta conoscendo il ferro-Cromo alla sua seconda settimana consecutiva di variazione del prezzo in Dollari per libbra pari a zero e la stessa cosa si è osservata per il Tungsteno. Lo scenario muta inevitabilmente per quanto riguarda la valorizzazione di queste due materie prime nel contesto delle valorizzazioni in Euro, che cresceranno in ragione del rafforzamento della Divisa statunitense. |
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Un cambiamento impercettibile, ma pur sempre tale, sta avvenendo nel comparto dei rottami ferrosi. Non si può certo parlare di un mutamento nell’indirizzo generale dei prezzi, sempre in costante ribasso, con l’indice MetalWeek ancora sceso di quasi 30 Euro/tonnellata (da 405.96 a 376.44), ma qualcosa sul finire della settimana scorsa ha avuto luogo. Il lamierino E8, ma solo quello di qualità “speciale”, ovvero con percentuale di Rame in lega pari a zero o quasi, ha fatto registrare una crescita di prezzo pari a 5 Euro/tonnellata. Un dato significativo, che mette in evidenza quanto le acciaierie abbiano forte necessità di materie prime tali da garantire un livello qualitativamente alto di produzione, che con i soli rottami ricavati dalle demolizioni non si possono di certo ottenere. Allo stesso tempo lo scenario del mercato resta fortemente indirizzato verso il basso, con le mandatarie che stanno rispedendo al mittente istanze di prezzo che non siano inferiori tra i 15 ed i 30 Euro per le demolizioni E1 ed E3 ed oltre i 20 Euro/tonnellata per le principali tipologie di torniture, rispetto ai valori di otto giorni fa. Il clima non è certo dei migliori anche nel settore dei metalli e delle leghe, soprattutto a conclusione della difficile giornata alla Borsa LME dello scorso venerdì, con gli “industriali” in sensibile arretramento. Il forte apprezzamento del Dollaro USD nei confronti dell’Euro ha comunque per il momento messo, se così si può dire, una pezza, ma fonderie e raffinerie dovranno fare i conti con il costo del “vergine” da correzione, che costerà sempre di più per via della forza del “biglietto verde”. L’incremento del costo di acquisto di catodi di Rame, pani di Alluminio primario e dei vari stati di fornitura del Nichel saranno messi sul piatto della bilancia per la valutazione dei prezzi dei rottami “non ferrosi”, che inevitabilmente subiranno dei consistenti ridimensionamenti, soprattutto per quelli a bassa resa fusoria. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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I prezzi del gas e dell'energia elettrica sono alle stelle, il conseguente rincaro esponenziale delle bollette incide sempre più sulla gestione ordinaria delle imprese |
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