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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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30/05/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La limitata attività di Borsa di questa settimana pone molta incertezza sulle prospettive degli “industriali” |
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Lo scontro tra Russia ed Ucraina costringe le acciaierie a ricercare nuovi flussi di forniture in tempi molto brevi |
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Le crescite di Oro e Argento sono sotto la lente d’ingrandimento, ma il calendario di Borsa costituisce un freno per dei possibili movimenti rialzisti |
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La flessione del Cobalto determina una situazione di incertezza per tutto il comparto, nuovo crollo del Tungsteno |
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In Europa si stanno cercando forniture e opportunità tra i Paesi emergenti. Un po’ di ottimismo si vede tra i non ferrosi |
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L’economia USA non cresce secondo le aspettative e l’Euro tenta un timido recupero |
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Le rotte del Mar Nero, altamente insicure, ma indispensabili, determinano il crollo dei noli “bulk” |
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La settimana di Borsa è tra le più corte degli ultimi dieci anni, con ben due giorni di vacanza, venendo ad unirsi la festività inglese dello “Spring Bank Holiday” e quella per i festeggiamenti per i settant’anni di regno della Regina Elisabetta II, con Mercoledì 1° giugno sancire il finale dell’ottava LME. Gli effetti di un numero così ridotto di sedute si vedranno solamente lunedì prossimo, ma sarà soprattutto la conseguenza di quello che avverrà nei prossimi giorni. Gli “industriali” sono al momento caratterizzati da delle importanti concentrazioni di denaro, quindi le sedute di questa settimana saranno molto utili per verificare come questa situazione andrà ad evolversi. Il Rame beneficerà, in termini positivi, della contingenza del momento, con il prezzo USD 3mesi destinato a rafforzarsi ulteriormente dopo un periodo di recupero rispetto ai minimi di metà maggio. Una settimana non facile davanti a sé l’avrà l’Alluminio, non per la gestione di variazioni importanti del prezzo di riferimento, sia in alto sia in basso, ma per la verifica di un “sentiment” non ben definito tra gli utilizzatori, soprattutto in funzione dei consumi che avrà il metallo nella seconda parte del 2022. L’idea che si sta facendo largo è quella del prezzo dell’Alluminio posizionato stabilmente intorno ai 2800 USD 3mesi nelle prossime settimane. La recentissima progressione dello Zinco ha messo in evidenza che per questo metallo non si prevedono, almeno a breve, ulteriori correzioni ribassiste, pertanto l’attuale prezzo LME rappresenta un’interessante finestra d’acquisto. Il Nichel ha archiviato una settimana interessante, lanciando segnali significativi al mercato, mettendo in evidenza un’effettiva “logica decisionale” nella formazione del suo valore di riferimento, cosa auspicata da molto tempo tra gli utilizzatori. Il Piombo ha tenuto fede alle sue aspettative di crescita, sebbene a metà settimana scorsa la flessione del prezzo USD 3mesi lasciasse prevedere un esito differente di indirizzo, le aspettative sono di valori in moderato aumento. Un momento non facile lo dovrà superare lo Stagno, con indirizzi di tendenza contrapposti tra una fase di volatilità rialzista, evidenziata sul finire della scorsa ottava ed una relativa reticenza da parte degli utilizzatori a considerare i riferimenti attuali dei livelli interessanti per gli acquisti di metallo “fisico”. |
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Nei novanta giorni di guerra tra Russia e Ucraina e purtroppo dobbiamo aggiungere, i primi, senza vedere al momento un epilogo positivo per questo drammatico e assurdo evento, la geografia e quindi l’asse di interesse che riguarda l’acciaio e le materie prime necessarie per produrlo, vale a dire minerale di ferro e rottami, sta mutando rapidamente. La fonte di approvvigionamento ucraina rappresenterà un ricordo, visti gli sviluppi del conflitto e dove la sola zona di Odessa andrebbe ad essere, in caso di una remota eventualità di un cessate il fuoco tra i due eserciti, l’unico accesso al mare rimasto all’Ucraina. Il nuovo asse d’interesse per la produzione di acciaio di base, in primo luogo la ghisa, sta diventando l’Africa del nord e soprattutto le coste atlantiche, in modo particolare quelle di Marocco e Mauritania. Un’evoluzione impensabile fino a qualche mese fa, ma ora praticabile e soprattutto congeniale per i gruppi siderurgici europei ed in modo particolare per quelli italiani. Nell’importante attività di rilancio di vecchi canali di approvvigionamento o nella creazione di nuovi, non bisogna sottovalutare la vivace contrapposizione commerciale che sta avendo luogo tra i due versanti delle Alpi, con i nordeuropei “mordere” sui prezzi dei “piani” italiani. Le variazioni su base settimanale si sono mantenute importanti in termini di riduzioni, oscillando complessivamente tra il 3 ed il 9%, a seconda degli allestimenti. Un aspetto rilevante è comunque quello della sensibile riduzione della “forchetta dei prezzi” tra le nostre produzioni e quelle nord-europee, tanto che il tutto può ora essere definito nell’ambito dell’opinabilità qualitativa e di servizio. Il vantaggio che ora l’Italia dei “piani” gode sull’asse austro-tedesco è, in rapporto ai prezzi Euro/tonnellata, il seguente: laminati a freddo, 60; zincati a caldo, 70 e laminati a caldo, tra i 20 ed i 40. I differenziali competitivi, ormai esigui, sono il frutto di una sostanziale “dormita sugli allori” da parte delle acciaierie di casa nostra. La preoccupazione è massima nel settore dei “lunghi”, aggiunta ancora da un fattore, la crescita del prezzo italiano della billetta, che negli ultimi 8 giorni è salita di 30 Euro/tonnellata, ma sempre inferiore di 70, rispetto al prezzo medio dello scorso aprile. I soli profili per carpenteria seguono l’andamento del semilavorato di base, con un incremento di circa 20 Euro/tonnellata, mentre il rebar ha inanellato un’ennesima riduzione, compresa tra i 10 ed i 20 Euro resa EW. Il prezzo europeo della vergella risente anch’esso del rallentamento produttivo dei suoi utilizzatori, riportando un decremento di 10 Euro/tonnellata. La difficoltà di reperimento di materie prime da parte della Turchia nel bacino del Mar Nero, per via di una navigazione poco sicura, si riflette anche sui prezzi del rebar e della vergella resa FOB, con il primo crescere di 10 Euro/tonnellata ed il secondo confermare il valore della settimana precedente. |
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La ridotta serie di sedute di Borsa, il comparto nella giornata di Lunedì 30 Maggio non potrà disporre dei dati statunitensi per la festività del “Memorial Day”, giunge in un momento non di certo ottimale. Gli indirizzi delle quotazioni dei preziosi non sono giudicabili in modo “nitido” e il venir meno di un numero adeguato di momenti di definizione dei prezzi, leggi sedute di Borsa, non è certo il massimo per quello che si è visto in tempi recenti. La nuova fase di stabilità del prezzo USD/ozt dell’Oro potrebbe nascondere a breve dei momenti di regressione del suo riferimento, anche per effetto di una componente finanziaria sempre più forte all’interno della sua quotazione, a scapito di quella riferita al “fisico”. L’Argento si trova ad un ennesimo bivio, disorientando e non poco, gli utilizzatori. La recente progressione settimanale del prezzo in Dollari per oncia non è sicuramente un dato da trascurare (+1.7%), ma potrebbe non essere sufficiente per vincere lo scetticismo che sta ruotando intorno al metallo. La concentrazione di denaro sull’Argento è al momento eccessiva, pertanto una correzione ribassista non è un’evenienza da escludere. Il momento opaco del Platino potrebbe essere giunto all’epilogo, questo non deve significare un’immediata ripartenza del riferimento USD/ozt, ma sicuramente un momento di “stacco” dai valori di minimo relativo toccati negli ultimi tempi. Il Palladio ha chiuso una settimana lusinghiera con risultati sufficientemente positivi, ovviamente rapportati al periodo e nella prospettiva delle ultime settimane. Non si può dimenticare che il Palladio aveva aperto il mese di maggio con una quotazione superiore all’attuale di oltre 200 Dollari per oncia, ma visto il momento, considerare la tenuta del prezzo sulla linea dei 2050 Dollari nella prima parte di giugno, rappresenterebbe un riscontro di non secondaria importanza in prospettiva futura. |
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Il momento di debolezza del Cobalto è ora un fatto che può essere conclamato. La seconda flessione in due settimane non deve essere vista solamente in termini numerici, poiché la variazione negativa di un punto percentuale, riferita alla quotazione USD di riferimento, resta comunque poca cosa, soprattutto nell’ottica degli equilibri tra domanda e offerta. Un fenomeno ben diverso se si contestualizza rispetto ai prezzi dei semilavorati a base di Cobalto sul mercato cinese. La scorsa settimana il trend negativo non si è interrotto con il solfato cedere il 6.4%, seguito dal raffinato a meno 6.2% e dalla polvere, con un decremento del 3.4%. La discesa del Cobalto ha avuto effetti anche sul prezzo del Molibdeno, già in regressione da alcune settimane. L’ultimo aggiustamento è stato in diminuzione dell’1.5% rispetto al valore USD di riferimento, in questa “performance” negativa pesa soprattutto la ridottissima richiesta di Molibdeno e dei suoi composti da parte delle acciaierie. Il mercato del Titanio è praticamente bloccato, con istanze di richieste pari a zero, motivo per cui chi detiene quote di questa materia prima non ha nessuna intenzione nel variare i parametri di prezzo. Il Nichel pare stia ritrovando una nuova e interessante parvenza di normalità nella fissazione del suo riferimento LME, questa intensità, se mantenuta, darà una possibile accelerazione dei prezzi delle leghe del comparto medicale che hanno questo metallo come importante componente di composizione. Le ferroleghe vertono sul dualismo di orientamento tra la base Cromo e quella Tungsteno, con la prima ritornata a crescere sull’intervallo settimanale di un risicatissimo 0.1% nel riferimento USD per libbra, mentre la seconda riportare un significativo ridimensionamento del 7.6% rispetto al prezzo Dollari per chilogrammo. |
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Gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina stanno avendo riflessi importanti anche sul mercato europeo dei rottami di acciaio. L’allocazione in altre aree del mondo delle materie prime presenti negli impianti produttivi ucraini, in particolare del minerale di ferro, imbarcato dal porto di Swinoujscie in Polonia alla volta dell’Algeria, sta mettendo in allerta l’intero settore siderurgico che si concentra sulla trasformazione dei rottami di acciaio da forno elettrico. La ridotta richiesta di semilavorati da parte dell’industria manifatturiera, completa un quadro molto fluido nel suo complesso. I valori settimanali dei rottami hanno riportato un’ulteriore flessione e da un’analisi dell’indice MetalWeek si rileva che i prezzi delle principali classifiche dei rottami sono ritornati ai livelli di inizio anno, considerando che tra la fase ascendente dell’indice e quella discendente, si sono “bruciati”, rispetto al picco del 21 Aprile, circa 140 Euro/tonnellata. La variazione negativa su base ottava dell’indice MetalWeek è risultata pari a 6 Euro/tonnellata (da 424.85 a 418.57). Le classifiche maggiormente coinvolte in questa intensificazione delle riduzioni dei prezzi sono state la E8 (lamierino) con calo medio di 10 Euro/tonnellata e la demolizione E3, tra i 5 ed i 10 Euro. Una logica importante ha invece la relativa tenuta della classifica E1 (demolizione pesante) e del frantumato E40, sempre in cima alle richieste di mandatarie e acciaierie, così come le torniture, importanti per la saturazione delle “ceste”, questo per il contenimento dei costi di approvvigionamento materie prime. La sostanziale tenuta dei prezzi dei metalli al LME, ha avuto un effetto positivo sui movimenti di lotti di rottami non ferrosi, incrementando notevolmente i punti d’incontro tra commercianti da una parte e fonderie e raffinerie dall’altra. La grande incognita resta comunque l’evoluzione delle richieste da parte del comparto industriale, fonte di grandi preoccupazioni per tutti. La stabilizzazione dei tonnellaggi di invenduto nei piazzali dei commercianti è sicuramente un dato da non sottovalutare e se a questo dovrà essere aggiunta la penuria di nuovi ingressi, vista la contrazione produttiva del settore manifatturiero, i prezzi saranno destinati a prendere un abbrivio rialzista. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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I prezzi del gas e dell'energia elettrica sono alle stelle, il conseguente rincaro esponenziale delle bollette incide sempre più sulla gestione ordinaria delle imprese |
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