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23/09/2024 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La fase rialzista dei prezzi LME di molti “industriali” si sta esaurendo nonostante la situazione di debolezza del Dollaro rispetto all’Euro sia ancora in corso |
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La forte discesa del prezzo del minerale di ferro in Cina aprirà scenari nuovi per le determinazioni dei prezzi di “piani” e “lunghi” in Italia e in Europa nell’ultima parte di questo 2024 |
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L’Oro frantuma record su record nella quotazione Dollari per oncia e con l’Argento seguire la scia del metallo guida con riproposizioni di prezzo che non si vedevano più da inizio luglio |
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I prezzi di Cobalto e Molibdeno tornano a scendere, le cause: l’imminente avvio delle vacanze in Cina e la ridotta richiesta a livello globale di prodotti siderurgici |
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Le acciaierie aprono a nuovi rialzi sui prezzi dei rottami, ma solo per le classifiche ad alta resa fusoria. I metalli non ferrosi subiranno i condizionamenti di un listino LME che sta mostrando i primi segnali di cedimento |
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Il Dollaro si sta ponendo in una situazione di debolezza significativa verso l’Euro. La parità virtuale tra le due monete oltrepassa la soglia di 1.11, cosa che non accadeva dal luglio 2023 |
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Gli indici riferiti ai metalli salgono ancora, anche se in modo meno accentuato rispetto alle crescite viste nelle prime due settimane di settembre. Negli ultimi 12 mesi gli EU ETS - CBAM hanno perso il 25% del loro valore |
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più risparmio e meno preoccupazioni |
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La nuova frontiera della tassazione sul carbonio |
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"CBAM: GUIDA PRATICA PER LE AZIENDE" |
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La mossa della Federal Reserve di raddoppiare l’ampiezza della riduzione del costo del denaro negli Stati Uniti, fissando la variazione a meno 0,50%, anziché il previsto quarto di punto, ha generato una serie di rimodulazioni rialziste dei prezzi degli “industriali”; il listino LME negli ultimi otto giorni è cresciuto dell’1,25% secondo quanto evidenziato dall’indice LMEX. Una crescita dei valori dei metalli importante, ma che risulta in parte mitigata dall’indebolimento del Dollaro rispetto all’Euro, capace di recuperare sulla valuta USA un terzo di punto su base settimanale. La lista degli osservati speciali tra gli “industriali” coprirà l’intera ampiezza del listino LME, a cominciare dal Rame. Il metallo guida della Borsa londinese dei metalli nel corso della seduta conclusiva dell’ultima “cinquina” settimanale ha dato evidenti segnali di mancanza di un’ulteriore fase propulsiva del suo riferimento 3mesi e i possibili momenti rialzisti che potrebbero verificarsi sul Rame, soprattutto in avvio di ottava, non dovranno essere letti come segnali di un ulteriore suo rafforzamento. Un’analoga considerazione andrà fatta per lo Zinco, che subirà una caduta importante del suo riferimento di Borsa in Dollari, anche in funzione del manifestarsi di un vivace momento di volatilità ribassista che accelererà la velocità di abbandono dalla collocazione di massimo relativo evidenziata nei giorni scorsi. Le leghe di Ottone e Zama subiranno inevitabilmente le tracce dei loro metalli di riferimento, con la prima registrare variazioni più marcate delle revisioni delle “basi” in termini ribassisti, mentre la seconda avrà un percorso di regressione dei prezzi con una cadenza meno incisiva. L’Alluminio si riporterà verso i valori visti nell’imminenza del dopo ferie, che con buona probabilità rappresenterà anche il definitivo abbandono dei riferimenti 3mesi sopra i 2500 Dollari. Il Nichel è pronto a seguire le orme dei metalli a più alta densità di scambi in Borsa, anche se prima di intraprendere la via dei ribassi non farà mancare un’azione diversiva e rialzista che non dovrà spingere gli utilizzatori a seguirla. L’ultima settimana di settembre sarà anche il periodo della vigilia del lungo periodo di vacanza in Cina per la Golden Week, con il Piombo che darà evidenti segnali di ridimensionamento del prezzo USD 3mesi, fenomeno che si protrarrà fino alla fine degli eventi festivi cinesi dei primi sette giorni di ottobre. Lo Stagno godrà di quella zona di autonomia che si è ritagliato negli ultimi anni e questo a significare che i riferimenti del metallo al LME tenderanno a rinforzarsi con una crescita che gli permetterà di confermare la collocazione del prezzo nell’area dei 32mila Dollari 3mesi. |
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Le sorti dei mercati di casa nostra, in relazione ai due grandi macrogruppi dei “piani” e dei “lunghi”, non potranno mettere in secondo piano quello che sta accadendo dall’altra parte del mondo, nello specifico in Cina e con una maggiore attenzione verso la Borsa Dalian, luogo preposto per la quotazione dell’Iron Ore, meglio conosciuto da noi come minerale di ferro. Una materia prima dall’utilizzo limitatissimo in Italia, per le note vicende di Taranto e sempre meno attenzionato in Europa occidentale per il gran numero di dismissioni di impianti a ciclo integrale, i cosiddetti altiforni. L’andamento del minerale di ferro riveste un’importanza fondamentale nel poter tastare il polso del reale stato di salute dell’economia cinese, da tempo focalizzata sullo sviluppo immobiliare e le realizzazioni di grandi infrastrutture pubbliche. La quotazione del minerale di ferro in Cina si trova ora a difendere il livello di prezzo di 650 CNY, il valore di due anni fa, mentre a gennaio alla Borsa Dalian veniva scambiato oltre i 1000 Yuan per tonnellata. Le nostre acciaierie non possono rimanere indifferenti al forte rallentamento della produzione cinese in ambito siderurgico, ben consapevoli della totale assenza di comparazione dei tonnellaggi in gioco. La politica commerciale dei nostri produttori potrebbe mutare a breve, i quali non stanno sottovalutando l’ipotesi di giocare con i numeri, intesi come prezzi, puntando a collocazioni di valore che a partire da ottobre potrebbero risultare non più in discesa, per poi raccordarli ad un possibile loro riposizionamento rialzista tra fine gennaio e inizio febbraio 2025. Un piano che andrebbe a giustificare la crescita per la seconda settimana consecutiva dei prezzi dei rottami sulla piazza italiana, con l’indice MetalWeek™ settoriale che negli ultimi quindici giorni ha recuperato circa 5 Euro/tonnellata. I coil italiani non sono più quelli che presentano i prezzi meno competitivi in Europa occidentale e questo grazie alle riduzioni qui elencate: il 3% per il coil laminato a caldo (benchmark MetalWeek™ HRC 580 Euro/tonnellata) e l’1 contestuale sul lavorato a freddo (benchmark MW CRC 680 Euro) e sul galvanizzato (benchmark MW HDG 715 Euro). I differenziali a favore delle nostre bobine rispetto alle provenienze dal nord delle Alpi sono di 20 Euro/tonnellata per l’HRC e di 10 per l’HDG, mentre risulta equiparazione sul CRC. La carenza di domanda ha spinto i produttori nazionali di billetta a tentare nuovamente la carta dei ribassi, con una revisione generalizzata di due punti percentuali. Gli effetti si faranno sentire sul tondino per le armature e sulla vergella, con adeguamenti negativi del 2% per entrambi gli allestimenti. I profili per carpenteria non registreranno variazioni, così come i tubi saldati, questi seppur più attinenti alle dinamiche dei coil HRC risentono molto spesso di momenti di reciproca influenza con gli indirizzi dei prezzi dei semilavorati originati dalle estrusioni. Le acciaierie turche si stanno mostrando relativamente prudenti nelle definizioni FOB della vergella, confermando i riferimenti della settimana scorsa, mentre il rebar, con pari resa d’imbarco, registra un incremento di 5 Euro/tonnellata. Il periodo di elaborazione degli extra lega degli acciai inossidabili per il mese prossimo risulta ormai concluso, con gli austenitici che inevitabilmente risentiranno della crescita del Nichel nel corso dell’ultimo segmento di fissazione e che tendenzialmente porterà ad una conferma dei listini attualmente in vigore, mentre per ferritici e martensitici si presenterebbe lo spazio per un ulteriore calo di 1 centesimo di Euro anche in ottobre. Il momento è prossimo anche per la definizione del contributo energia su base mensile, che in funzione dei recenti dati del PUN lascerebbe immutata la previsione elaborata la settimana scorsa, ovvero un riaggiustamento verso il basso del valore tra 1 e 2 centesimi di Euro per chilogrammo. |
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Un’ipotesi “bolla” potrebbe risultare come elemento da prendere in seria considerazione all’indomani della crescita dei prezzi USD per oncia di tutti i metalli preziosi e in concomitanza con la decisione a sorpresa della Federal Reserve di accrescere l’entità della riduzione dei tassi sul Dollaro, rispetto a quanto precedentemente annunciato dalla stessa Banca Centrale statunitense. Nel condurre un’analisi non del tutto ortodossa sulle evoluzioni delle quotazioni di Borsa dei “preziosi” e limitandosi alla rappresentazione grafica riportata da ogni singolo metallo negli ultimi otto giorni, emergono degli aspetti molto interessanti. L’Oro ha assunto una traccia marcatamente rialzista solo dopo l’annuncio da parte della FED che i tassi sarebbero scesi di mezzo punto percentuale, anziché del quarto previsto. L’Oro in questo momento si trova oltre la linea dei 2600 Dollari per oncia, con le sedute di giovedì 19 e venerdì 20 definire prezzi che in rapidissima sequenza sono diventati i massimi assoluti di tutti i tempi. Una situazione anomala che si poggia su fondamenta decisamente precarie, a partire da una forte pressione rialzista da parte del comparo speculativo-finanziario volta a gonfiare i volumi degli scambi sull’Oro. L’intercedere grafico dell’Argento è stato più incerto, anche se da sottolineare sempre con un orientamento complessivamente rialzista. La prova dei 31 Dollari per oncia può considerarsi superata, con al momento una possibile proiezione che porterà l’Argento ad un sensibile avvicinamento a quota 32, già nel corso di questa settimana. I movimenti di denaro che si stimeranno rilevanti sui due metalli guida, interesseranno solo marginalmente le vicende del Platino, che collocato nella fascia alta della sua quotazione USD per oncia vista nelle ultime settimane, vedrà il solo mantenimento di questa linea nelle prossime sedute, ma nulla di più. Un percorso ad alto rischio sarà quello che vorranno intraprendere gli speculatori poco avvezzi alle vicende del Palladio, i quali non dovranno farsi abbagliare dai facili potenziali margini che il metallo porrà dinnanzi a loro soprattutto in avvio di settimana e in concomitanza con i più che prevedibili ulteriori sommovimenti rialzisti da parte dell’Oro. |
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I conti Cobalto e Molibdeno li stanno facendo con le richieste di “fisico” degli utilizzatori di questi due metalli, sempre più contratte e questo a livello globale. Il mercato cinese, soprattutto per il Cobalto, rappresenterà un freno significativo per le prossime determinazioni in Dollari per l’imminenza del lungo periodo di vacanza come consuetudine ad ogni prima decade di ottobre. La situazione del Molibdeno risulta decisamente più articolata, ma a contare sono state le costanti contrazioni dei volumi richiesti da parte di acciaierie e fonderie su questo specifico elemento di correzione, determinante per le realizzazioni di molti allestimenti di prodotti siderurgici. In termini effettivi i prezzi USD settimanali hanno messo in evidenza un calo dell’1,7% per il Cobalto e una discesa dell’1,5 per il Molibdeno, stabile ancora una volta il riferimento del Titanio. Il Nichel ha chiuso la precedente ottava in linea con le evoluzioni rialziste degli altri “industriali”, nel singolo dato l’escursione rialzista del prezzo e stata di 3,2 punti percentuali, consentendo di eguagliare il massimo relativo fissato ad inizio mese. Il nuovo recupero del prezzo in prossimità della linea dei 16500 Dollari 3mesi rappresenterà per il Nichel un interessante punto di rilancio del suo riferimento LME, che dovrebbe rendere più rigido un eventuale sconfinamento ribassista nel breve periodo. Le ferroleghe confermano gli indirizzi degli ultimi tempi, con la base Cromo arretrare dell’1,3%, ma in modo meno severo rispetto all’adeguamento Dollari per libbra di dieci giorni fa, mente il Tungsteno ha ribadito lo stato di costanti deboli rialzi con una correzione dello 0,7% nel suo consueto ambito di riferimento USD per chilogrammo. |
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I rottami di acciaio risultano ancora protagonisti nella determinazione dei loro prezzi settimanali. Le mandatarie hanno ricevuto nuove disposizioni da acciaierie e fonderie di curare con particolare attenzione le quotazioni di quelle classifiche catalogabili come le più strategiche nelle composizioni delle “ceste” destinate ad alimentare i forni fusori. Un lavoro condotto con un’elevata maestria, quasi politica, ma che alla fine ha fatto emergere delle indicazioni importanti su come nel futuro prossimo potrebbero muoversi i prezzi dei semilavorati “piani” e “lunghi” sul mercato italiano. Le riflessioni partono dal rilevamento settimanale dell’indice MetalWeek™ dei prezzi medi sugli acquisti di rottami da parte di acciaierie e fonderie, cresciuto rispetto al riscontro precedente di 2,43 Euro e con 316,22 rappresentare il valore complessivo per tonnellata. L’analisi nel suo insieme porta comunque a dei fattori specifici di variazione, da classifica a classifica, di estremo interesse. Il lamierino E8 ha registrato una crescita fino a 10 Euro/tonnellata, mentre le torniture sono arretrate di 5 rispetto ai valori fissati otto giorni prima. La “maestria” di cui si parlava in precedenza si è giocata su due classifiche in particolare, la demolizione pesante E1 e il frantumato E40, che con la rimodulazione verso il basso della prima, fino a 10 Euro/tonnellata e l’invariabilità della seconda, entrambe su base settimanale, hanno permesso al rottame ottenuto dalla macinazione (E40) di avere un “premio mulino” più consistente; immutata è risultata invece la definizione periodica della demolizione leggera E3. I rottami non ferrosi potrebbero entrare in una nuova fase di turbolenza se le avvisaglie di ribassi tenderanno a consolidare gli andamenti degli “industriali” al LME. Le ultime settimane, che hanno visto i prezzi di Borsa dei metalli crescere e la favorevole loro contestualizzazione, almeno sulla carta, avvenuta nel momento di ripresa delle attività lavorative dopo le ferie, non hanno però sortito l’effetto sperato in termini di vendite di lotti da parte dei commercianti alla volta di fonderie e raffinerie. Il Rame e parzialmente l’Alluminio, sottoforma di rottami e comprese nelle identiche specifiche le loro leghe di riferimento, saranno al centro di nuove rimodulazioni ribassiste, mentre per sul Nichel e quindi tutto quello che ruota intorno al settore degli inox austenitici sottoforma di scarti e sfridi, si assisterà ad una tenuta dei valori visti la scorsa settimana. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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EU ETS CBAM: EU Emissions Trading System - Indice dedicato al valore medio settimanale (€/tonnellata) ai fini della quantificazione economica della quota CBAM di riferimento |
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