MetalWeek™ è un marchio di Kairos Management s.r.l. |
|
|
Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
|
|
19/12/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
|
|
Il dubbio nel fare o meno acquisti di metalli in ottica Gennaio sta attanagliando gli utilizzatori, ma le buone occasioni sono sotto l’albero |
|
|
Gli ordini non arrivano, l’anno scorso in questo periodo non si confermava più per gennaio, ormai saturo e si parlava già di febbraio |
|
|
I prezzi ritornano a scendere all’indomani delle dichiarazioni di BCE e FED sulle prospettive poco accomodanti in termini di politiche monetarie |
|
|
Le attese su gennaio non tendono a mutare, sebbene l’incognita prezzi aleggia anche sugli elementi di lega che negli ultimi tempi hanno ben figurato |
|
|
Le acciaierie hanno chiuso i piazzali, ma devono tenere gli occhi ben aperti su quello che sta avvenendo fuori Italia sui prezzi dei rottami. I metalli e le leghe danno l’arrivederci al 2023 |
|
|
La correzione dei tassi, paritaria nella misura tra BCE e Federal Reserve, lascia quasi inalterato il rapporto di cambio tra Euro e Dollaro |
|
|
Il comparto dei metalli fa retromarcia dopo gli annunci di ulteriori strette sul credito da parte delle Banche Centrali. I noli “bulk” sono ai massimi degli ultimi due mesi |
|
|
Non sei abbonato e vuoi continuare a ricevere i nostri approfondimenti? |
|
|
Dai un'occhiata ai nostri piani e richiedi di abbonarti. Puoi anche attivare una prova gratuita di 15 giorni. |
|
|
L’intensità della prevista riduzione dei prezzi degli “industriali” al LME è andata oltre le aspettative all’indomani dei ritocchi all’insù dei tassi da parte di Federal Reserve e Banca Centrale Europea. Le misure delle correzioni rialziste, in entrambe i casi dello 0.50%, erano ampiamente previste dai mercati, ma quello che ha destato molta preoccupazione tra gli operatori del comparto finanziario-speculativo è che i principali istituti di emissione del sistema economico mondiale nel 2023 intensificheranno le misure restrittive sul credito, con l’obiettivo di riportare il tasso d’inflazione al 2% nelle rispettive aree geografiche di competenza, “Whatever it takes”. Nel tornare ai metalli, la prima cosa che risulta evidente è riferita all’indice LMEX, sceso sotto quota 4000 per la prima volta nel mese in corso e chiudendo Venerdì 16 a quota 3915, con la conseguente flessione su base settimanale del 3.7% e del 3 sulla prima parte di dicembre. L’inerzia ribassista caratterizzerà l’andamento del listino LME per tutta questa settimana, sebbene gli indirizzi di tendenza per alcuni metalli potrebbero mutare a breve. Il Rame ha chiuso la scorsa ottava con la quotazione USD 3mesi fortemente ridimensionata rispetto al momento di massimo relativo che aveva fatto registrare la settimana precedente. Nelle prossime sedute “il rosso” non correggerà al rialzo il suo prezzo di riferimento, anzi fisserà dei valori più bassi rispetto a quelli visti i giorni scorsi, ma interessanti in prospettiva inizio 2023. Un discorso analogo può essere fatto per lo Zinco, la flessione su base settimanale è stata del 6% sull’asse temporale delle cinque sedute, ma è andata oltre l’8 dal suo massimo relativo del 13 Dicembre, valore che non si vedeva più dallo scorso settembre. Il metallo sfiorerà la soglia dei 3mila USD 3mesi ma resisterà seppur di poco sopra tale valore. Una situazione di indubbio interesse per l’Ottone e la Zama, che vedranno i loro metalli di riferimento posizionarsi su dei valori di minimo, costituendo senza ombra di dubbio delle buone occasioni di acquisto sulla prospettiva dei primi mesi del nuovo anno. La parabola ribassista dell’Alluminio non si è ancora compiuta totalmente, anche se non occorrerà temporeggiare a lungo per chi vorrà cogliere il momento di minimo relativo, che si verificherà tra la fine di questa ottava e le tre ultime sedute di questo 2022. Al Nichel non mancherebbe alcun elemento per risollevare il suo livello di prezzo USD 3mesi, anche se il rallentamento delle attività lavorative nelle prossime due settimane ed un comparto finanziario-speculativo estremamente preoccupato dalle prove di forza imposte dalle Banche Centrali, metteranno il metallo in posizione di attesa fino a metà gennaio. Il Piombo sarà da seguire con attenzione, con il valore LME collocato in un’area di indubbio interesse e prossimo per una nuova ripartenza con obiettivo zona prezzo fissato nuovamente nei pressi dei 2200 Dollari 3mesi. Una certa vitalità verrà messa in evidenza anche dallo Stagno, a rappresentare un buon momento d’acquisto in prospettiva anno nuovo. |
|
|
Le Agende 2023 sono su tutte le scrivanie, ma le pagine con le date di gennaio sono ancora in gran parte bianche. Un anno fa, in questo periodo, quasi si supplicavano i fornitori ad inserire qualche ordine ancora nella seconda parte del primo mese dell’anno e su febbraio le finestre di previsione consegne si chiudevano con una certa facilità. Nel gennaio scorso, è opportuno sottolinearlo, qualche acciaieria o centro servizio iniziava a mugugnare che la spinta di lavoro non era più quella dei mesi precedenti ed allora che cosa si dovrebbe dire adesso? La sensazione è quella di una scarsa gestione della pressione psicologica da parte delle acciaierie italiane in riferimento alla situazione attuale di mercato, le quali stanno producendo delle reazioni scomposte e di difficile comprensione da parte degli utilizzatori. Nel settore dei “piani” la tensione è alle stelle, dove i produttori di casa nostra, pressati dai commercianti di rottami che vedono negli imbarchi verso Turchia e “Far East” delle ottime opportunità di margine, hanno dovuto agire in termini di incremento dei valori delle materie prime in acquisto. Gli effetti sui prezzi dei “piani” sono stati una serie diffusa di aumenti, sottolineando che nel nord-Europa nessun allestimento di coil ha subito variazioni di quotazione negli ultimi otto giorni. La risultante settimanale sul mercato nazionale dei “piani” è quindi la seguente: laminato a caldo più 1%, laminato a freddo e galvanizzati, più 3 punti percentuali. La situazione risulta ancora più caotica nel comparto dei “lunghi”, dove i produttori nazionali di billetta hanno optato per una correzione al rialzo del 4% con decorrenza immediata e nonostante la scarsità degli ordinativi, riportando così il semilavorato da laminazione al livello della seconda settimana di novembre. L’invenduto in costante crescita ha costretto i produttori di rebar e barra per carpenteria a porsi diversamente nei confronti della clientela nazionale, con i seguenti risultati: il tondino per cemento armato è diminuito dell’1% ed i profili per carpenteria sono scesi del tre. L’acciaio in rotoli ha mantenuto il prezzo di otto giorni fa, nonostante una situazione estremamente concorrenziale da parte dei produttori turchi di vergella che hanno diminuito il prezzo FOB del 2%, mentre per il rebar, con pari resa di trasporto, è stato confermato il livello settimanale precedente. Il pacco dono dell’acciaio inossidabile da mettere sotto l’albero non sarà certamente gradito. Gli extra lega per gennaio di austenitici, martensitici e ferritici, subiranno inevitabilmente degli aumenti a causa della nuova impennata dei costi energetici e per gli andamenti tendenziali in crescita dei prezzi di Nichel e ferroleghe rispetto al precedente periodo. |
|
|
La funzione delle Borse è quella di generare i prezzi di riferimento, così come in fase evolutiva degli stessi, le tendenze. Il mondo dei metalli preziosi vede le quotazioni sotto un duplice aspetto, a seconda dello scopo di applicazione del contesto del valore di riferimento stabilito. L’investitore che acquista il “fisico”, generalmente non cura in modo eccessivo il momento di entrata, questo significa che la scelta è mossa da suggestioni personali, spostando letteralmente una somma di capitali da un conto corrente bancario a fronte di una diretta corresponsione di un quantitativo certo e pesato di metallo, nella maggior parte dei casi Oro. La strategia è quindi quella del “cassettista”, le cui finanze e quindi il tenore di vita, consentono di conservare fisicamente i metalli preziosi per molti anni e in alcuni casi anche per decenni. I prezzi comunque rivestono un’importanza fondamentale, essendo questi i riferimenti di molti impieghi industriali dei metalli preziosi e per la definizione della valorizzazione degli “asset” di natura finanziaria, come i prodotti d’investimento proposti ormai da tutti gli istituti di credito alla clientela “retail”. I momenti di sempre maggiore difficoltà ad operare con dei capitali che in termini di interessi costeranno sempre di più, sta inducendo il comparto finanziario-speculativo a misurare chirurgicamente i propri interventi e quindi ad operare con eccessiva prudenza. Il sottostante risulta pertanto meno disposto sul campo e se per Oro e Argento la situazione muterà di poco, le minori messe a disposizione di capitali sul Platino ed in modo particolare sul Palladio, condizioneranno in un futuro molto prossimo le loro quotazioni di riferimento in Dollari per oncia. L’Oro nel corso della scorsa settimana ha conosciuto momenti di marcata instabilità, con il valore passato da un momento di massimo relativo oltre i 1800 USD/ozt, ad un prezzo di riferimento sotto tale soglia non appena FED e BCE, nell’ordine, hanno deciso di aumentare dello 0.5% i tassi di riferimento su Dollaro ed Euro. La prospettiva sull’Oro è quella di una sostanziale convergenza tra domanda ed offerta in base agli ultimi riferimenti in Dollari, con l’effetto che i prezzi risulteranno piuttosto stabili. Una situazione analoga si verificherà per l’Argento anche per una ragione di non secondaria importanza, nelle prossime due settimane il comparto industriale sarà pressoché assente nella definizione di lotti “fisici” di metallo sia in Borsa che sui mercati di riferimento. Le dolenti note, come già anticipato, potrebbero giungere da Platino e Palladio, i cui mercati non sono supportati da numeri rilevanti e come nel caso del Platino, muoversi in diretta correlazione con le oscillazioni dell’Oro. La conseguenza sulla stretta creditizia non si è fatta attendere sul Palladio, ritornato a popolare l’inospitale area del grafico sotto la soglia dei 1800 USD/ozt, evento che non si verificava a distanza di dodici mesi, il cui culmine fu il “Mercoledì nero” del 15 Dicembre 2021. Le prospettive sul Palladio sono quindi legate a diversi fattori, primo su tutti il flusso di denaro che il metallo sarà in grado di attrarre su di sé in tempi relativamente brevi, ma al momento non c’è da essere molto confidenti. |
|
|
Nell’attesa che il valore di Borsa del Nichel si stabilizzi verso un’area di indirizzo meno incerta, la situazione dei riferimenti di mercato di Cobalto e Molibdeno non è mutata. La flessione del Cobalto non conosce sosta, negli ultimi otto giorni il prezzo USD di mercato ha subito un’ulteriore retrocessione del 2%, mentre il Molibdeno ha messo a segno una nuova puntata rialzista, con il valore in Dollari incrementato di oltre 11 punti percentuali. Il dubbio che sta sorgendo è quello della tenuta di queste esasperazioni di tendenza, che se da un lato per il Cobalto significherebbe una boccata d’ossigeno nell’interruzione della sequenza periodica dei prezzi in calo, per il Molibdeno coinciderebbe con l’avvio di una stagione di ribassi, in questo caso sarà interessante verificare quanto in Cina sia ancora efficace la leva monetaria per sostenere i prezzi delle materie prime impiegate nel settore siderurgico. La fase di fluidità generale del mercato viene evidenziata dalla nuova invariabilità del prezzo del Titanio, dopo che per alcune settimane aveva messo in atto un periodo di significativi ribassi. Un richiamo più approfondito sul Nichel è d’obbligo. Il metallo nella scorsa ottava ha conosciuto momenti non facili, così come l’intero listino LME, ma ha sostanzialmente tenuto, collocandosi su una linea di prezzo, in termini USD 3mesi, dai contorni molto interessanti, che non potrà escludere al riavvio delle attività produttive un sostanziale mantenimento dell’attuale linea di quotazione. Le ferroleghe hanno ripreso a crescere, soprattutto in ragione del rallentamento dei flussi di fornitura dalle principali aree di produzione e a causa di un momento di tensione rialzista sui noli “bulk” per merci che viaggiano alla rinfusa nei comparti di stiva. La base Cromo negli ultimi otto giorni è cresciuta un punto percentuale in rapporto alla quotazione Dollari per libbra, mentre quella di Tungsteno ha riportato un incremento settimanale dell’1.6% nell’espressione di valore in Dollari per chilogrammo. |
|
|
I piazzali sono chiusi, ma gli occhi devono rimanere bene aperti; è questa la situazione di acciaierie e mandatarie italiane a meno di cinque giorni dalla chiusura per le festività natalizie. Un finale d’anno che si prevedeva molto statico sul mercato nazionale dei rottami d’acciaio, ma che così non sarà. Le prime avvisaglie di un mercato piuttosto effervescente si erano già viste sul finire della scorsa settimana sulla piazza turca, con le principali classifiche in sensibile aumento. L’effetto rincari si è trasferito in Europa ed in particolare su quelle tipologie di rottami destinati all’imbarco via nave, tanto che l’HMS 1/2 FOB Rotterdam è cresciuto del 3% in soli otto giorni. La chiusura delle acciaierie ubicate in Francia, Benelux e Germania ha mantenuto pressoché inalterati i riferimenti delle classifiche relative alla grande famiglia delle demolizioni, anche se la fame di rottame che in questo momento c’è in Turchia e parzialmente nell’area asiatica viene vista con non poca preoccupazione nel Vecchio Continente. Le mandatarie italiane, su specifico ordine delle acciaierie, si sono affrettate a comunicare ai loro principali fornitori che sulle demolizioni i prezzi possono essere rivisti verso l’alto in un intervallo compreso tra i 5 ed i 10 Euro/tonnellata. La situazione risulta più complessa per il lamierino E8, dove la collocazione di prossimità del rottame derivato dalla lavorazione dei coils permette alle mandatarie di casa nostra di forzare la mano con quotazioni in diminuzione fino a 5 Euro. La buona ripresa dei prezzi delle demolizioni permette comunque all’indice MetalWeek sui rottami d’acciaio di crescere su base settimanale, passando da 344.04 a 347.85 Euro per tonnellata. Il comparto dei non ferrosi risulta praticamente in una fase di stallo, a maggior ragione dopo il consistente ridimensionamento dei prezzi dei metalli al LME. I commercianti sono confidenti che alla riapertura i prezzi di Rame, Alluminio e forse anche del Nichel, saranno più alti degli attuali, pertanto non basta che attendere il 2023, con l’augurio che sia operoso e prospero per tutti. |
|
|
LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
|
|
SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
|
|
DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
|
|
STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
|
|
BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
|
|
MetalWeek™ vi da appuntamento a lunedì 02 gennaio 2023 |
|
|
Segui tutte le nostre novità |
|
|
Copyright © 2022 - Kairos Management s.r.l. · all rights reserved |
|
|
|