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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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12/12/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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I “business angels” del comparto speculativo-finanziario potrebbero risultare determinanti nella lotta all’inflazione e abbassare i prezzi dei metalli industriali |
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Il prezzo del coil laminato a caldo riprende a crescere, il mercato si interroga sulla mossa delle acciaierie italiane. Le quotazioni europee del rebar sono destinate a salire |
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Una visione incerta sul futuro degli investimenti di capitale riporta in auge l’idea dei metalli preziosi come beni rifugio |
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Un secondo semestre privo di novità importanti con la sola variabile dell’imprevedibilità del prezzo LME del Nichel |
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La mancanza di punti di riferimento certi pone il mercato dei metalli e delle leghe in modalità attesa fino a gennaio. I prezzi dei rottami di acciaio hanno preso la via dei ribassi |
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L’Euro tiene rispetto al Dollaro, ora sono attese le prossime mosse della FED sui tassi per verificare la tenuta del “cross” attuale |
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Gli indici si muovono in positivo, ma sotto il punto percentuale, un segnale di grande incertezza in attesa delle decisioni della Federal Reserve |
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Essere aggiornati sulle principali tendenze di mercato, è una necessità, non una scelta! |
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Oggi come non mai, poter disporre di una serie di informazioni sugli andamenti previsionali dei metalli, risulta fondamentale, visto l’elevato livello di instabilità dei mercati. |
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Il fenomeno dell’inflazione è profondamente mutato nel corso dei decenni con fattori del suo sviluppo in contesti molto differenti tra loro. Nel secondo dopoguerra l’inflazione era l’inevitabile pegno da pagare a seguito di un diffuso progresso economico che coinvolgeva le intere popolazioni della sfera occidentale o più propriamente “atlantista” del mondo. I Governi erano consapevoli che facendo prosperare il motore dello sviluppo, la medium class, avrebbero dovuto fare i conti con una soglia elevata di inflazione, ma le cose andavano avanti e bene, quasi per tutti. Il contrasto del fenomeno inflattivo veniva svolto in concerto tra i poteri legittimati dal consenso elettorale, leggi Parlamenti e Governi e le Banche Centrali, con queste ultime agire sulle leve della politica monetaria in autonomia, ma sempre nel rispetto del volere degli Esecutivi sui temi economici. La moderna inflazione, quella dei giorni nostri, se da un punto di vista numerico/percentuale è in molti casi anche inferiore ai parametri registrati nei decenni ’70 e ’80 del secolo scorso, rappresenta una vera “mina sociale”. I cosiddetti falchi della Federal Reserve si sono spinti addirittura a dire che la crescita occupazionale è una delle principali cause dell’inflazione negli USA e che quindi rappresenta un fenomeno da arginare a suon di aumenti dei tassi sul Dollaro e cosa gravissima, senza che nessuno a Washington, Casa Bianca e Campidoglio, siano intervenuti con sdegno a cotanti annunci. L’inflazione si genera dall’innalzamento dei prezzi e si combatte abbassando gli stessi, la cosa è semplice, ma purtroppo non ovvia ed in questo il comparto speculativo finanziario o per meglio dire quello più illuminato e meno legato all’autoreferenzialità delle Banche Centrali, potrebbe svolgere un ruolo decisivo ponendosi “corto” (margini derivati dalle diminuzioni dei prezzi) sulle principali commodity quotate nelle Borse merci di tutto il mondo. La settimana degli “industriali” è stata alquanto travagliata nonostante il ponte della Festa dell’Immacolata Concezione. La variazione settimanale dell’indice LMEX, salito dello 0.77%, non ha reso nella sua ampiezza le tensioni registrate sulla maggior parte del listino, dove Rame e Nichel sono stati gli indubbi protagonisti. Un’ottava che è stata carica di tensioni, condizionata anche dalle voci di un allentamento delle restrizioni anti-Covid in Cina e da una consistente iniezione di liquidità da parte della Banca Centrale del paese per spingere verso l’alto i prezzi delle principali materie prime industriali alle Borse di Shanghai e Dalian. Il Rame al LME è ora posizionato nella zona di massimo relativo del prezzo USD 3mesi, alla pari dei valori registrati al termine della prima metà di novembre. Le sedute di questa settimana saranno decisive per definire la rotta del “metallo rosso” in previsione di avvio 2023. La quantità di denaro che sta ruotando intorno al Rame si sta stabilizzando, questo a segnare il termine delle più acute tensioni rialziste, in aggiunta a tale tesi non è da sottovalutare il sorgere di un fenomeno di volatilità con indirizzo ribassista che condizionerà il prezzo LME nei prossimi giorni. Lo Zinco sarà ancora destinato a crescere a conferma del suo ottimo momento, risultando così un’eccezione nell’intero contesto LME. Il metallo, ai fini statistici, non ha ancora dato segnali di arresto nella sua corsa rialzista, ma l’obiettivo di posizionamento sulla linea dei 3300 USD 3mesi è al momento un traguardo possibile. Le leghe risentiranno quindi dei condizionamenti dei futuri prezzi di Rame e Zinco, con l’Ottone procedere con sostanziale incertezza nei termini di crescita della quotazione, mentre la Zama è destinata a seguire le sorti rialziste del suo metallo di riferimento. L’Alluminio, sotto la soglia dei 2500 USD 3mesi, pare abbia trovato la sua area ottimale di collocamento prezzo con evidenti segnali di accordo tra domanda e offerta sul posizionamento attuale del valore LME. L’ennesimo tentativo di riportare fuori controllo il prezzo del Nichel si sta spegnendo sotto l’indifferenza degli utilizzatori diretti di questo metallo. Il comparto speculativo-finanziario, artefice dell’operazione, ha preso atto della situazione e sta provvedendo a “girare” le posizioni, da “lunghe” a “corte”, con inevitabili conseguenze sull’indirizzo del prezzo del Nichel, che sarà nuovamente ribassista. Il Piombo continuerà ad essere molto instabile, con la quotazione LME che alternerà momenti positivi ad altri meno soddisfacenti. Il dato settimanale si chiuderà comunque con il prezzo del metallo sempre in area 2200 USD 3mesi. La fase espansiva dello Stagno sta volgendo al termine, senza che questo voglia significare un consistente arretramento del livello del prezzo USD 3mesi in questo finale d’anno, un dettaglio di indirizzo fondamentale per gli utilizzatori del metallo. |
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L’auspicio delle acciaierie per il 2023 è uno solo: la crescita dei prezzi, dopo un secondo semestre 2022 a dir poco deludente, oltre che per i volumi venduti, proprio per la dinamica dei prezzi, con gli indicatori di tendenza in costante orientamento ribassista. Nel corso dell’ultima settimana qualche timido segnale per provare ad invertire il senso della freccia verso l’alto si è visto, sebbene i mercati seguiranno questi movimenti con un fare alquanto distratto. Il settore dei “piani” sul mercato italiano sta testando un possibile percorso rialzista dei prezzi, incrementando di due punti percentuali il valore minimo del laminato a caldo, ma lasciando invariato il riferimento nella parte alta della forbice. I prezzi degli altri allestimenti non hanno subito variazioni, questo sia in ambito nazionale che nel nord-Europa, con le acciaierie che hanno ritenuto opportuno non apportare modifiche anche alla quotazione dell’HRC. Un qualcosa di più nitido si sta muovendo sui “lunghi” ed in particolare sul rebar, dove ai movimenti di resistenza alla costante diminuzione del tondino da parte dei produttori italiani, ora i concorrenti spagnoli seguono il medesimo approccio, aumentando il prezzo di 20 Euro/tonnellata. La variazione pareggia così il totale degli aumenti che le acciaierie di casa nostra avevano gestito a settimane alterne tra metà novembre e inizio Dicembre, 10 Euro per volta e lasciare la scorsa ottava il prezzo del semilavorato per armature al livello della precedente. La base del semilavorato per la laminazione, la billetta, non ha subito variazioni nell’arco dell’ultima settimana, così come la vergella, mentre i profili commerciali per carpenteria hanno riportato un calo dell’1% con lo scopo di vivacizzare un mercato che avrebbe bisogno di una committenza più reattiva alle dinamiche future di mercato. La piazza turca alle prese con una forte “stretta” sui prezzi dei rottami, il DKP è cresciuto del 6% in una settimana, ha costretto le acciaierie locali ad aumentare di 20 Euro/tonnellata la quotazione resa FOB di rebar e vergella. La marcata variabilità del Nichel per gli inox austenitici e delle ferroleghe di massa per martensitici e ferritici, sta riportando la proiezione di stima degli extra lega per il mese prossimo ai livelli della settimana 47 dell’anno in corso, quella per intenderci dell’avvio della fissazione con validità Gennaio 2023. La variabilità del prezzo del Nichel alla Borsa LME resta comunque l’elemento di maggiore turbativa per gli AISI austenitici, senza dimenticare gli extra costi energia, che secondo gli ultimi rilevamenti potrebbero essere nuovamente in fase incrementale. |
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Gli investitori più attenti si stanno ponendo la domanda su come e soprattutto dove verranno collocati i capitali affidati a banche e società di investimento e soprattutto come queste potranno garantire i rendimenti promessi in sede di sottoscrizione. Il panorama è mutato profondamente, soprattutto negli Stati Uniti, con il costo del denaro sempre più caro e i rendimenti dei Treasury Bond decennali sempre meno allettanti, ora veleggiano al 3.6%, contro la media del 4 riportata tra metà ottobre e inizio novembre. La ricerca di “asset” appaganti risulta quindi un’operazione decisamente improba per chi deve garantire un rendimento adeguato agli investitori e cosa fondamentale non portare questi ad “uscire” per il venir meno della remunerazione stimata sul capitale conferito. L’investitore a quel punto entrerebbe in modalità “fai da te”, molto meno pretenziosa, ma più sicura nel risultato ed ecco che il pensiero ai beni rifugio, come i metalli preziosi, rientra in un contesto di percorribilità. Negli ultimi otto giorni Oro, Argento e Platino si sono comportati in modo egregio con delle linee di prezzo non eclatanti, ma di certo rassicuranti. L’Oro sta “galleggiando” intorno ai 1800 Dollari per oncia e con una situazione di denaro alla base della domanda di metallo che lascia ben sperare ad un passaggio di prezzo oltre tale soglia e per un lasso di tempo medio lungo. L’Argento è sicuramente in un momento di forte spinta rialzista, dove la prudenza dovrà essere massima, soprattutto per coloro che impiegano il metallo in ambito industriale, con il punto di storno molto vicino. Il Platino, da sempre legato a doppio filo ai destini dell’Oro, anche questa volta non tradirà il corso degli eventi ed essendo questo metallo meno legato alla cultura del “fisico”, bensì più a quella finanziaria, beneficerà di un’ulteriore spinta rialzista da una significativa attività speculativa di connotazione “lunga”. Il Palladio chiuso nell’enclave della sua indecifrabilità di indirizzo risulterà ancora il metallo meno performante del lotto, con elementi che andranno ad aumentare il crescente pessimismo sulle aspettative future legate a questo metallo. |
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Il Nichel continua ad essere il solo elemento di imponderabilità in un comparto che negli ultimi mesi ha visto i principali metalli prendere degli abbrivi di tendenza che settimana dopo settimana sono andati a consolidarsi. Il riferimento a Cobalto e Molibdeno risulta ovvio, con il primo cedere un ulteriore 4% rispetto al dato USD di mercato della settimana precedente ed il secondo incrementare il prezzo in Dollari di un ulteriore 11%, questo anche a causa della creazione di un’artificiosa situazione venutasi a creare in Cina per il sostentamento dei prezzi dell’acciaio. Il Titanio non ha fatto registrare alcuna variazione su base settimanale dopo il consistente calo riportato otto giorni fa. L’accenno iniziale al Nichel ora merita qualche approfondimento in più. Il metallo ha conosciuto un’altra settimana dall’interpretazione dei dati sottostanti di Borsa poco decifrabili e definibili in un contesto posto a cavallo tra il 2022 ed il 2023. Le escursioni del prezzo LME avvenute la settimana scorsa hanno fatto emergere una volontà esterna al bacino di utilizzo tradizionale del metallo nel tenere sostenuto il riferimento di Borsa. Un’iniziativa sicuramente mal congegnata da chi nel comparto speculativo-finanziario avesse avuto la pretesa di forzare l’indirizzo del Nichel in ambito fortemente rialzista. La massima evidenza di un’operazione finita non bene si può solo raccontare con i numeri, che sono a dir poco incredibili. Nel corso della seduta LME dell’8 Dicembre il Nichel ha subito un’escursione massima riferita alla quotazione 3mesi di oltre 3mila Dollari, mentre la fluttuazione settimanale del prezzo USD di Borsa è risultata positiva di 1.2 punti percentuali. Il comparto delle ferroleghe, anche alla luce delle improvvise decisioni cinesi, ha avuto dei sussulti importanti, con le principali basi metallo ricollocarsi al di sopra dei valori riportati la settimana precedente. Il composto di Cromo è salito del 3% per libbra in Dollari, mentre quello di Tungsteno ha subito un incremento del 3.5% nella quantificazione USD per chilogrammo. |
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Le giornate lavorative rimaste sono veramente poche e poi anche il 2022 verrà collocato nello spazio di scaffale che gli spetta. Il tempo dei bilanci definitivi sull’anno in corso è prossimo, anche se il pragmatismo e la praticità di chi opera nel settore dei rottami ha già da tempo segnato questo come uno dei più contraddittori degli ultimi tempi. La storia è sotto gli occhi di tutti e tra gli alti e bassi delle quotazioni, ognuno avrà qualcosa da recriminare e nello stesso tempo altro di cui compiacersi. Negli ultimi tempi sicuramente le ombre sono state più delle luci, ma quello che si dovrà ricavare come insegnamento, in questa sede più volte ripetuto, è destinare più tempo ad acquisire esperienze di interpretazione tecnica sui mercati di riferimento, alla stregua di semplici intuizioni fatte di consuetudini quotidiane e di comprovati e consolidati rapporti personali tra le controparti. La variabilità dei prezzi dei metalli e delle leghe si è ridotta in maniera sensibile, soprattutto nella prima parte di dicembre, anche se il listino LME presenta dei valori decisamente considerevoli. Il Rame costituirà l’incognita maggiore, così come le sue leghe di riferimento, dove lo Zinco per l’Ottone e lo Stagno per il Bronzo non si limiteranno al ruolo di semplici comprimari. La situazione dell’Alluminio, alla luce degli ultimi avvenimenti in Borsa, risulterà più stabile, sebbene questa situazione possa venir letta come un temporaneo disinteresse da parte degli utilizzatori di metallo “fisico” nel creare significativi movimenti sul fronte domanda. Un problema, quello della richiesta di lotti, che sta affliggendo il comparto dei rottami ferrosi, ora che le attività fusorie sono state sospese fino a gennaio inoltrato, in attesa che qualcosa si muova sotto forma di ordini semilavorati da parte dei principali settori manifatturieri interessati agli acciai, in primo luogo automotive ed edilizia. Le quotazioni delle principali classifiche sono risultate tutte in calo, con demolizioni e lamierino riportare correzioni in negativo tra i 5 ed i 15 Euro. Le sole eccezioni riguardano le torniture, scarsamente reperibili e alcune tipologie di demolizioni pesanti, ma per contratti di fornitura di grande rilevanza in termini quantitativi pur di evitare gli imbarchi verso destinazioni estere, in primo luogo Turchia. L’indice settimanale MetalWeek ha letto tutte queste situazioni, riportando in termini generali un’importante contrazione del valore Euro per tonnellata, passato da 350.58 a 344.04, con possibili ulteriori aggiustamenti negativi nel corso della settimana. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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