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Tutti gli aggiornamenti su prezzi e tendenze di metalli leghe e acciai |
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17/10/2022 - LE NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA |
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La forte instabilità dei prezzi degli “industriali” richiede una serie di nuovi strumenti di controllo delle tendenze, più semplici e di più immediata applicabilità per gli utilizzatori |
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La domanda di semilavorati resta sempre debole nonostante gli importanti ribassi di “lunghi” e “piani” |
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Le quotazioni dei preziosi ritornano a scendere, l’illusione di una nuova stagione di prezzi in crescita è durata meno di una settimana |
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La situazione del comparto rimane stazionaria con i prezzi dei principali metalli di riferimento confermare le tendenze delle ultime settimane |
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I rottami di acciaio e dei metalli, nella loro infinita catena di riutilizzo, giocheranno un ruolo fondamentale nella stabilizzazione futura dei prezzi delle commodities di base |
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La crescita dell’inflazione negli USA lascia campo libero a nuove azioni restrittive da parte della Federal Reserve, l’Euro sarà condannato ad un’ennesima fase di debolezza rispetto al Dollaro |
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Le variazioni settimanali sono state prossime allo zero, spicca il trend dei noli “bulk”, in discesa dopo un periodo di consistenti rialzi |
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Oggi come non mai, poter disporre di una serie di informazioni sugli andamenti previsionali dei metalli, risulta fondamentale, visto l’elevato livello di instabilità dei mercati. |
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Nel corso dell’ultima settimana le quotazioni degli “industriali” alla Borsa LME hanno conosciuto delle considerevoli oscillazioni nei riferimenti espressi in Dollari USD. Una situazione questa che denota la grande incertezza sul futuro indirizzo del PIL mondiale e non certo orientato verso aree di crescita supportate da numeri convincenti, soprattutto in quelle zone, Cina in testa, che negli ultimi tre decenni avevano determinato incrementi da un anno all’altro a ridosso della doppia cifra, se non in molti frangenti andare oltre. Gli elementi della contrazione diffusa della ricchezza mondiale prodotta sono noti a tutti, pandemia e guerra nella pancia dell’Europa, ma probabilmente la lista andrebbe allungata a dismisura, poiché in ogni parte di mondo stanno maturando dei focolai di criticità differenti da paese a paese. Nello spazio delle ultime quattro settimane l’indice LMEX ha prodotto per ben tre volte degli indicatori periodici, di incremento o di decremento, vicini allo zero, alla semplice analisi visiva dei crudi numeri questo lascerebbe supporre ad una totale stabilità dei prezzi alla Borsa londinese dei metalli, ma chi vive quotidianamente il contesto del LME sa benissimo che non è andata così e nulla muterà a breve in tal senso. Un dato significativo è l’ampiezza delle oscillazioni prodotte nel corso dell’ultima settimana dei prezzi USD 3mesi del Rame (200) e dell’Alluminio (150), con questo metallo essere risultato decisivo per il progresso dell’indice LMEX dello 0.17% su base otto giorni. L’elevata fluttuazione dei prezzi nel corso anche di una singola seduta LME, rappresenta quindi la difficoltà per gli utilizzatori di determinare o per meglio dire, tracciare delle linee di tendenza consoni alle proprie strategie di acquisto o vendita in qualsiasi arco temporale. Le analisi di metodo dovranno essere quindi più legate all’immediatezza del momento che ad elaborazioni tecniche, normalmente diffuse dagli analisti finanziari. Le terminologie del TOP (traccia ottimale prezzo) come “canne d’organo” o “flauto di pan” saranno sempre più comuni tra gli utilizzatori, con l’obiettivo di cogliere, con il massimo tempismo, anche le fluttuazioni momentanee delle quotazioni degli “industriali”. La settimana del Rame, come accennato in precedenza, è stata piuttosto movimentata nella determinazione del prezzo USD 3mesi, anche se poi la variazione effettiva tra l’inizio e la fine di ottava si è tradotta in qualche decina di Dollari per tonnellata. Nel corso della cinquina di sedute del periodo, il “metallo rosso” rinforzerà la propria quotazione in termini rialzisti, anche in ragione di una considerevole concentrazione di denaro “lungo” data dalla sommatoria di movimenti, sia dalla parte degli utilizzatori sia da quella speculativa-finanziaria, che sta iniziando ad affilare le armi in occasione del LME WEEK che si terrà a Londra la prossima settimana. Lo Zinco si sta trovando nella stessa situazione del Rame, sebbene questo metallo non sia nelle mire degli speculatori. Le leghe di riferimento risentiranno inevitabilmente delle situazioni rialziste previste nei prossimi giorni, con l’Ottone destinato a rinforzarsi oltre la soglia attuale e la Zama non scendere al di sotto della linea di quotazione determinata negli ultimi giorni della settimana scorsa. L’Alluminio ha anticipato Rame e Zinco di circa una decina di giorni, mettendo in atto uno “scalino” di quotazione che ha riposizionato stabilmente il valore LME 3mesi sopra i 2300 Dollari, anche se nel corso della settimana la linea di prezzo si collocherà a cavallo di questa soglia. L’incertezza sulla determinazione di un indirizzo più nitido per la quotazione del Nichel proseguirà ancora nel corso di questa ottava, sebbene l’orientamento medio tenderà verso un rafforzamento del valore di Borsa indicato in USD. Il Piombo andrà osservato con un’attenzione particolare, non avendo ancora trovato un’area di stabilizzazione del prezzo Dollari 3mesi, anche se è ormai acquisita la collocazione media oltre quota 2mila. La relativa turbolenza sul metallo si tradurrà in un momento di volatilità di tipo rialzista, che comunque non rappresenterà una fase duratura di rinforzo per il Piombo. L’incertezza sul futuro dello Stagno permane, dai riscontri delle ultime sedute di Borsa emerge il fatto che per il metallo anche quota 20mila risulterebbe una soglia poco sostenibile, la causa è l’incremento della massa di “denaro corto” in ottica ribassista. |
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Le notizie sono veramente poche, segno di un mercato, quello circoscritto all’interno dell’Europa occidentale, letteralmente “asciugato” della componente domanda e dove i produttori non si stanno dimostrando fortemente propositivi in termini di offerta, salvo qualche rara eccezione. Gli auspici settimanali non sono quindi dei migliori, oltretutto con una non velata ipotesi di incremento dei costi di approvvigionamento dei rottami, che seppur cresciuti di pochi Euro per tonnellata sulla piazza italiana, di certo andranno ad assumere un peso determinante nella definizione futura dei prezzi dei semilavorati “lunghi” e “piani”. Il mercato domestico dei “piani” vede tutte e tre gli allestimenti in diminuzione rispetto alla settimana precedente, il meno sollecitato risulta il laminato a caldo con una contrazione di prezzo limitata al punto percentuale, una variazione doppia rispetto all’HRC l’hanno riportata il laminato a freddo e lo zincato a caldo e soprattutto nelle parti inferiori delle rispettive forchette, questo a significare una timida azione di stimolo alla movimentazione degli assortimenti dei pronti a magazzino. La situazione oltre le Alpi risulta essere estremamente tesa ed i grandi gruppi siderurgici sono estremamente determinati a mettere sotto forte pressione tutti i mercati di prossimità, ad iniziare da quello italiano. Il dato più eclatante è quello della riduzione su base settimanale del CRC di oltre il 5%, con punte del 6% per la clientela primaria o rispetto a quella su cui si vuole “fare breccia”, per gli altri allestimenti le rimodulazioni ribassiste risultano più contenute, pur parlando di variazioni in diminuzione degne di nota, il 2% per l’HRC ed il 3 per l’HDG. La billetta Italia continua a dare segnali di debolezza, retrocedendo di un ulteriore 2% rispetto al valore della settimana precedente. Una situazione da “liberi tutti” al limite del paradosso si sta presentando nel settore dei “lunghi” con rebar e vergella riportare dei cali di prezzo estremamente significativi, dai 60 Euro/tonnellata per il tondino per le armature, fino ai 100 per la barra in rotoli e in questo specifico caso ancora una volta registrato tra i produttori stanziati nel nord-Europa. A reggere, i soli profili per carpenteria, che risentono di una sensibile stretta produttiva, facendo quindi leva sulle disponibilità presso i magazzini dei rivenditori nazionali. Le notizie che giungono dalla Turchia sul mercato dei “lunghi” paiono in sostanziale controtendenza rispetto a quello che sta succedendo in Europa o più precisamente si deve rilevare una sostanziale stabilità dei prezzi FOB di rebar e vergella rispetto alla settimana scorsa. Le acciaierie che producono inox si troveranno tra alcuni giorni a definire gli extra lega per il prossimo mese. Le anticipazioni, in riferimento ai valori medi dei principali elementi di lega e al netto dei contributi per l’energia, dovrebbero riportare delle correzioni di valori in ambito negativo per gli austenitici tra i 5 e gli 8 centesimi di Euro/chilogrammo, mentre risulterebbero in crescita, tra uno e due centesimi, i valori stimati per ferritici e martensitici. |
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Una settimana decisamente sottotono per i metalli preziosi, non in grado di confermare i progressi di prezzo registrati l’ottava precedente. Nello scorrere le stringhe di dati riferiti ai prezzi USD/ozt di ciascun metallo emergono infatti fattori significativi sulla struttura attuale dei prezzi riportati in Borsa e purtroppo occorre avvalorare che la debolezza diffusa delle quotazioni dei “preziosi” ha origini lontane ed esterne. L’apprezzamento del Dollaro e il conseguente incremento dei tassi di molti titoli del mercato mobiliare statunitense a reddito fisso, come i Treasury Bond decennali, come più volte ricordato, risultano le principali cause di questo “malessere”. Non sono comunque da sottovalutare le disfunzioni insite nella conformazione e generazione stessa del listino, come il basso livello di coinvolgimento del sottostante rapportato al “fisico” nelle transazioni con finalità di mero investimento di capitali. Il mercato che solo una settimana fa aveva dato l’impressione di risultare meno “sottile” rispetto agli ultimi tempi, è ripiombato in questa collocazione di struttura e quindi la lettura dei movimenti di Borsa dei metalli risulta fumosa, per non dire imprevedibile. L’Oro ha chiuso l’ottava con una contrazione del prezzo USD/ozt del 2.7%, un contesto ritornato pesante per il “metallo guida”. La generazione di una sorta di inerzia ribassista non potrà che fare ulteriori danni in termini di risultato per l’Oro, andando così ad avvicinare nuovamente il punto di minimo relativo registrato lo scorso 28 Settembre. La situazione risulterà migliore per l’Argento, anche per via di una significativa contrazione del prezzo in Dollari per oncia che la settimana scorsa ha posizionato il riferimento del metallo oltre il limite minimo previsto. Gli investitori ed il comparto industriale non si faranno sfuggire questa opportunità, un aspetto rinfrancante in termini di quotazione per l’Argento, ma limitatamente al breve periodo. Il Platino ha dato segnali di marcato equilibrio, nonostante l’escursione al di sotto dei 900 USD/ozt, ad un certo punto, avesse indotto molti operatori a “girare” le posizioni da lunghe a corte. I polsi fermi sono stati premiati e chi non ha cambiato idea sul Platino, alla fine della settimana non ha riportato perdite. Il sostanziale equilibrio tra domanda e offerta non dovrebbe rendere molto movimentata la settimana di questo metallo. La forte crescita che recentemente ha interessato il Palladio, ha indotto molti speculatori ad “entrare” su un metallo che negli ultimi tempi ha prodotto incrementi periodici di quotazione anche a doppia cifra. La massa di vendite sul Palladio ha comportato una riduzione del riferimento USD/ozt di otto punti percentuali in una sola settimana, ricollocando il metallo ai valori di tre settimane fa. Una quotazione, quella del Palladio, destinata nel breve a riprendere la via della crescita, essendo il valore attuale un riferimento non consono rispetto al dato medio degli ultimi due mesi di Borsa. |
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Le novità settimanali sono poche nel comparto delle leghe medicali, segno di marcate stabilità di indirizzo per i principali metalli. Il Cobalto continua a cedere centesimi di Dollaro ottava dopo ottava, uno stillicidio di riduzioni che mettono inesorabilmente in evidenza che sono relativamente lontani i tempi in cui questo metallo macinava massimi assoluti settimana dopo settimana. Un calo inesorabile che vede il Cobalto introdurre dallo scorso aprile una riduzione complessiva pari al 36 % del prezzo in Dollari per chilogrammo. La fase di appannamento del Molibdeno è durata solamente una settimana, negli ultimi dieci giorni il metallo ha superato il riposizionamento al ribasso a cui si era assistito nel precedente periodo di rilevamento, con un progresso di dieci punti percentuali sul prezzo ufficiale di mercato riportato in Dollari. Il timore di rimanere sguarniti di Molibdeno se ci fosse una repentina ripresa dei consumi di acciaio, ipotesi che al momento pare abbastanza remota, è l’unica motivazione che muove il settore siderurgico ad approvvigionarsi di questo metallo in modo costante. Una situazione diametralmente opposta per il Titanio, i cui detentori di questo importante elemento di lega si trovano costretti ad un continuo ed inesorabile dietrofront sul prezzo in Dollari, nel corso dell’ultima settimana la riduzione è stata del 5%. Il Nichel cercherà di uscire da una fase di relativo appiattimento del suo riferimento di Borsa, la prospettiva di breve periodo è quella di rivedere il metallo su posizioni di prezzo più alte rispetto alle attuali, ma questo sarà possibile solo in presenza di un clima più vivace alla Borsa LME. Nel settore delle ferroleghe spicca ancora una volta la mancanza di variabilità della base Cromo, che non riesce più a fornire cenni di cambiamento nel riferimento USD per libbra da ormai tre settimane. La situazione risulta più movimentata per il Tungsteno, una variazione pari ad una frazione di punto percentuale, lo 0.3, è quella che si è aggiunta al riferimento in Dollari per chilogrammo rispetto alla settimana scorsa. |
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L’indovinello che in giovane età ci veniva fatto: “pesa più un chilo di piume o di ferro?”, ai tempi attuali non è poi così ovvio e se oggi dovessero riformularcelo in questo modo: “pesa di più una tonnellata di grano o una di acciaio e metalli?”, la risposta sarebbe, senza dubbio, “di grano”. L’aver utilizzato il grano come termine di paragone, rappresenta una sintesi convenzionale per indicare la totalità delle commodities agricole, ma in un orizzonte più ampio, l’intera serie di materie prime ad “utilizzo singolo” ed in questo caso, a pieno titolo, devono essere annoverate anche quelle energetiche, combustibili fossili in primo luogo. Un cappello introduttivo lungo ed articolato, per sottolineare quanto sia importante avere infinite opportunità di riutilizzo, prerogativa “fantastica” di acciai, metalli e leghe. Le tonnellate di rottami quindi non pesano o più correttamente non dovrebbero pesare sotto innumerevoli aspetti, tralasciando in questa sede le importanti tematiche ambientali. La “miniera” dei rottami è pressoché inesauribile, il ciclo di vita dei prodotti di consumo porta ad un’inevitabile fase di rottamazione degli stessi, cosa differente per una tonnellata di grano, caffè, zucchero o barile di petrolio. Allo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina, tutti avrebbero pensato ad un’impennata dei prezzi dei principali prodotti ottenuti dalle estrazioni minerarie, ma così non è avvenuto, essenzialmente per due fattori: la contrazione della crescita mondiale e soprattutto il determinante effetto della massa regolatrice costituita dai rottami (ferrosi e non ferrosi), riutilizzabili nei processi fusori. La correlazione, prezzi di Borsa e quotazioni rottami, ha un legame quasi indissolubile, ma le cose potrebbero cambiare molto velocemente. I prodotti surrogati, tipici nel loro sviluppo in contesti di difficoltà di reperibilità delle materie prime originarie e soprattutto per le limitate capacità di spesa dei consumatori (il burro con la margarina è solo uno dei tanti esempi), ha determinato numerosi cambi di paradigma. Le voci di forti aumenti dei metalli LME nel caso in cui venissero applicate alla lettera le disposizioni di embargo verso le materie prime di provenienza russa, rappresentano un forte effetto destabilizzante e conseguentemente di danno, verso un settore già sovraccaricato di ansie. I rottami rappresenteranno la surroga inevitabile all’annacquamento, sul nascere, di fenomeni speculativi, non più in voga in questo decennio di secolo o almeno in questo primo lustro. Nella quotidianità degli eventi, la scorsa settimana i prezzi dei rottami di metalli e leghe non hanno subito variazioni significative, complice anche una situazione di mercato sostanzialmente “ingessata”. Le prospettive di possibili variazioni interesseranno soprattutto la sfera del Rame, essendo questo il solo metallo che sarà in grado di mettere in atto le progressioni più importanti nel contesto LME. Il comparto dei ferrosi sulla piazza italiana risulta fortemente condizionato dalla disponibilità di lotti sul mercato, per disponibilità sono da intendersi le tonnellate che i commercianti saranno disposti a proporre a mandatarie e acciaierie sulla base della convenienza dei prezzi e quindi alleggerire le giacenze “a terra” di rottami. Le classifiche sono state tutte interessate da correzioni al rialzo, equamente ripartite con dieci Euro/tonnellata e con la demolizione pesante E1 ed il lamierino E8 spingersi anche oltre tale soglia. L’indice MetalWeek ha registrato puntualmente queste situazioni, crescendo di 8.61 Euro/tonnellata su base settimanale e portando così a 335.09 Euro il dato di riferimento complessivo. |
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LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra |
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SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA) |
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DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial Metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali |
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STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee |
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BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi – Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide) |
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Metalweek™ Oltre Today ha cambiato aspetto! |
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